Niente sconto di pena per la madre affidataria che quotidianamente picchia e umilia il figlioletto. Confermato il carcere al genitore incensurato per l'estrema gravità dei fatti e la prolungata ripetizione di atti vessatori – Sentenza del 13 marzo 2014
Confermati quattro anni di carcere per la madre affidataria e incensurata che quotidianamente picchia e umilia il figlio minore: l'estrema gravità dei fatti e la prolungata ripetizione di atti di maltrattamento in danno di un minore non legittima nessuno sconto di pena.
Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza 12004 del 13 marzo 2014, ha ritenuto inammissibile il ricorso di una madre contro il giudizio di colpevolezza della Corte d'appello di Lecce che l'ha condannata alla pena di 4 anni di reclusione per il reato di maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli.