Il ruolo delle donne in agricoltura è strategico: uniscono saperi antichi e nuovi mercati vincendo la partita della multifunzionalità.
Dal 2010 a oggi sono nate 35 mila nuove imprese femminili in agricoltura, di cui il 12% “under 30”.
Successo “rosa” nelle fattorie didattiche (33,6%); agriturismi (32,3%); attività ludiche e sociali (31,1%) e produzione di energia verde (16,3%).
Presentato il progetto “Agricatering Donne in Campo”, che prevede l’offerta di servizi di catering a filiera corta con piatti della tradizione contadina.
“Il ruolo delle donne in agricoltura è fondamentale ed è legato strettamente a una visione multifunzionale e sostenibile del settore, basata cioè sulla capacità di produrre cibo coniugata con salute, socialità, sicurezza e salvaguardia di suolo e paesaggio. Ed è questa la direzione che bisogna continuare a perseguire: far camminare insieme etica e business, coniugando i saperi antichi e l’innovazione, la tradizione contadina con i nuovi mercati”. Lo ha detto Mara Longhin, nel suo discorso di ringraziamento all’Assemblea elettiva, riunita presso l’Auditorium “Giuseppe Avolio”, che l’ha confermata per il secondo mandato alla presidenza di Donne in Campo, l’associazione femminile della Cia-Confederazione italiana agricoltori.
“Le donne sono sempre più protagoniste del mondo rurale e costituiscono un anello particolarmente resistente del tessuto economico del Paese -ha ricordato la Longhin-. Non a caso oggi quasi un’impresa agricola su tre è ‘rosa’ (il 31,2%), ma soprattutto, a dispetto delle tanti crisi aziendali registrate, il numero di imprenditrici cresce, e parecchio, proprio nell’agricoltura (+12,9%)”.
Dati avvalorati anche dal Censis, che per Donne in Campo ha realizzato un focus “ad hoc”, illustrato nel corso dell’Assemblea elettiva, secondo cui dal 2010 sono nate 35 mila nuove imprese femminili in agricoltura, di cui il 12% “under 30”. Il settore primario, quindi, si conferma per l’universo femminile un terreno fertile per fare impresa: il 10% circa del totale delle imprenditrici oggi opera in questo settore, a fronte di una quota che tra gli uomini si ferma al 6,6%. Inoltre, nelle aziende gestite da donne la multifunzionalità si concretizza negli ambiti più creativi: le fattorie didattiche (33,6%), gli agriturismi (32,3%), le attività ludiche e sociali (31,1%), la trasformazione dei prodotti (29,2%), la produzione di energia verde (16,3%). Con il risultato che i ricavi sono più alti rispetto alle imprese condotte da uomini: in media 28.500 euro contro 24.800 euro.
“Le aziende agricole ‘rosa’ si orientano sempre di più verso il biologico, le produzioni di nicchia Dop e Igp, il recupero delle colture marginali, la trasformazione e la vendita diretta, e poi verso tutte quelle attività più legate alla cura della persona -ha evidenziato la presidente di Donne in Campo Cia-. Regine dell’arte dell’accoglienza e custodi dei saperi antichi, le agricoltrici aprono le porte delle loro aziende non solo ai turisti, ma ai bambini, agli studenti, ai disabili, agli anziani. E lo fanno mantenendo una particolare attenzione nei confronti dell’ambiente e della sana alimentazione”.
Proprio in questo contesto si inserisce “Agricatering Donne in Campo”, la nuova attività creata dall’associazione che prevede l’offerta di servizi di catering a filiera corta, dove tutto nasce direttamente dal lavoro nei campi senza intermediazioni. Il progetto, illustrato oggi durante l’Assemblea dal gruppo pilota di Viareggio, ha due obiettivi: da un lato valorizzare i prodotti locali, soprattutto quelli dimenticati, offrendo cibi del territorio ai clienti di rinfreschi e buffet, e dall’altro combattere la crisi creando una nuova forma di integrazione al reddito agricolo. Il vantaggio è doppio: far assaporare le produzioni tipiche e di stagione con una funzione anche educativa e culturale nei confronti dei consumatori, soprattutto giovani, nonché sviluppare le competenze e le capacità creative delle donne dell’agricoltura.
“Oggi più che mai bisogna tutelare la biodiversità, mantenere un sano equilibrio con l’ambiente e il territorio, riscoprire colture tradizionali, ma sposandole con la creatività, l’innovazione, i nuovi mercati -ha chiosato la Longhin-. Le donne sono messaggere da sempre di questa idea di agricoltura, in quanto portatrici dei valori della diversità. Convinte dell’importanza e della ricchezza della pluralità, vogliono farsi promotrici e protagoniste di questo cammino diretto a una nuova valorizzazione del nostro sistema agroalimentare”.
Insomma “le donne sono una risorsa per l’agricoltura e possono rivelarsi uno dei driver vincenti per lo sviluppo e la crescita dell’Italia -ha aggiunto il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, chiudendo i lavori dell’Assemblea elettiva-. Un loro maggiore coinvolgimento nel mondo del lavoro, nel settore primario e anche nella rappresentanza, è assolutamente fondamentale. Anche perché le donne hanno dimostrato di saper fare impresa. E di saperlo fare anche bene”.