“Marisa… un amore, prima ancora che un affido”

da | Gen 9, 2023 | Dietro la lente

            “Ci sono stati i 2 giugno prima della morte di Togliatti e quelli dopo. Ricordo che alla Festa della Repubblica al Quirinale nel 1963, dovetti accompagnare io Togliatti, ero la figlia. Nilde non era invitata perché non coniugata”.
Marisa Malagoli Togliatti è la figlia adottiva del segretario del Pci e di Nilde Iotti, la “madre” costituente, prima donna presidente della Camera dei deputati e per ben tre volte consecutive. Sarà lei oggi, 2 giugno 2020 (nota della scrivente), a portare una rosa sulla tomba di Iotti al Verano, nella staffetta delle rose, omaggio alle 21 donne che hanno scritto la Costituzione, organizzata dall’Anpi, l’associazione dei partigiani. Psichiatra, docente universitaria, 76 anni, Marisa Malagoli aveva 6 anni quando Togliatti e Iotti ne chiesero l’affido, dopo l’eccidio delle fonderie Riunite di Modena in cui aveva perso la vita il giovane fratello.(dal web).

Queste parole sintetiche sono abbastanza chiare per descrivere come una coppia di politici italiani, che hanno fatto parte dell’Assemblea costituente, nel mirino delle istituzioni, che è stata osteggiata perfino dai compagni comunisti per la loro illegittimità di vita in comune, visto il matrimonio di Palmiro Togliatti, ma che hanno amato in modo scevro di ipocrisie e con affetto materno e paterno, alla stregua di genitori che hanno desiderato profondamente proprio lei, Marisa e nessun’altro, facendola sentire amata e al centro delle loro attenzioni e cure!

Nella mia esperienza professionale di psicologa e psicoterapeuta, qualche anno fa, ho avuto modo di trattare tra le mie consulenze familiari  un caso di affido in età precoce.
Amalia, nome fittizio di una madre adottiva, combatteva contro un disagio, che indeboliva fortemente  la sua capacità affettiva, dovuto al fatto che la figlia datale in affido non fosse stata generata dal suo ventre e  con un padre sostanzialmente imposto da lei.

Parlerò di Marisa (nome ispirato da quello della figlia di Nilde Iotti e Palmiro Togliatti), figlia affidata ad Amalia e Stefano, che nel 2020 era una bimba di 3 anni. Figlia naturale concepita in una relazione e in un amore fugace quanto appassionato da una madre molto giovane, Elda, 18 anni circa, di origine peruviana e operaia specializzata in una ditta farmaceutica  con  Marcus, di circa 40 anni, di origine tedesca, dirigente di una ditta anglo-tedesca, in Italia con la moglie Helga e le loro due bimbe.

I due amanti si troveranno a dovere scegliere il futuro del loro concepimento.
In realtà la giovane Elda non rappresentava per l’altro altro che una storia di passione che, per quanto importante, si risolse in un abbandono.
Marcus, legato ad una moglie sposata dieci anni prima, donna intelligente e dedita alla casa, farà una scelta più di testa che di cuore e il legame, le affinità iniziali che l’avevano legato alla giovane furono perdenti. D’altronde cosa poteva rappresentare una passione temporale rispetto al legame di sempre con la moglie Helga, sua conterranea e a suo fianco da sempre.

La piccola Marisa viene al mondo dunque in questo contesto di passione e di abbandono, ragione e sentimento, per cui già fin da subito si prospetta per lei una comunità residenziale, una sorta di nursery per il periodo iniziale della sua vita. Tuttavia Elda non l’abbandona del tutto, dichiara la sua difficoltà economica e sociale  ed esprime il desiderio di una maternità e una paternità che la legittimi in entrambi i casi.
Marcus però non riconosce Marisa. Sarà solo Elda a farlo, così come a chiedere che per l’avvio di questa sua nuova vita, ci fosse l’aiuto almeno economico da parte dello stato, data la sua sostanziale difficoltà a gestire in solitudine e autonomia la piccola. E così avvenne.

Tutta la vicenda ha preso corpo a Milano.
Marisa per un anno e mezzo è stata accudita da Amalia e Stefano, due bravi insegnanti, ma orgogliosi e con un desiderio poco determinato e deciso nel prendersi cura della bimba, molto curiosa e dal linguaggio vivace.
Forse non sempre la mancanza di prole fa scaturire una motivazione reale di genitorialità.

Elda, la madre operaia di Marisa, decide di avere di nuovo con sé la bambina, frutto d’amore, per toglierla da quella fragile adozione in cui i due affidatari lamentavano i comportamenti lamentosi della piccola.
Il desiderio della bambina di stare con la madre naturale, i traumi provocati ogni volta che se ne distaccava ( visibili in un video che io ho avuto modo di guardare), i suoi pianti irrefrenabili dimostravano infatti ii suoi bisogni affettivi e psicologici. Si riuscì ad arrivare ad una conclusione positiva della vicenda.

Da circa 2 anni Marisa ha ritrovato la sua mamma Elda, che nel frattempo è riuscita ad appagare il suo desiderio di famiglia, frequentando e amando Paolo, di 30 anni, caporeparto presso la sua stessa ditta. L’uomo sta aiutando Elda nella sua vita, anche accudendo   Marisa nella sua  crescita,  consapevole e convinto che genitori si diventa, non si nasce.