Maria Giovanna Farina ha intervistato Marta Ajò, scrittrice-giornalista dal 1981 e fondatrice nel 2005 del Portale delle Donne, Donne ieri oggi e domani
Marta Ajò, giornalista, scrittrice, direttrice del portale delle donne “Donne ieri oggi e domani”, è dai suoi esordi politici impegnata nei diritti della donna, del lavoro e delle Pari Opportunità. Il suo ultimo impegno è quello di promuovere la cultura letteraria al femminile dirigendo la nuova collana “Donne ieri oggi e domani” di pubblicazioni in e-book per Kkien Publishing International.
Marta, sei una donna che da tanti anni innova con il web, la tua prima esperienza fu un portale governativo per le Pari Opportunità. Come nacque l'idea e da quale esigenza?
Io sono un caso esemplare di come il web cambi la metodologia di vita.
Ho sempre scritto su carta e macchina Olivetti. Il copia e incolla lo facevo con le forbici e la colla. Poi è arrivato il computer e non volevo neanche avvicinarmi a quello strumento anonimo. Invece, lentamente ma inesorabilmente, la tecnologia digitale si è insinuata nel mio lavoro trasformandolo e capovolgendolo.
Al primo approccio avevo paura di non riuscire a maneggiarlo, che se avessi sbagliato qualche manovra avrebbe cancellato ogni traccia scritta del mio pensiero. Poi ho capito che ero io a guidarlo, non lui a possedermi e tutto si è riposizionato nel giusto confronto tra persona e macchina. Una pensa, l’altro esegue. Fu così che proposi un progetto web d’ informazione delle politiche di genere presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sicuramente, allora, pioniere della comunicazione della Pubblica Amministrazione in quanto non produceva solo documentazione ma anche elaborazione, ricerche, notizie ed ogni altra proposta politica della Commissione Nazionale per le Pari Opportunità.
Quali risultati hai ottenuto da quell'esperienza?
Questa esperienza è durata dal 1997 al 2004 e ne sono molto orgogliosa.
Devo anche dire che in quegli anni la Commissione ebbe un grande respiro politico che consentì di muoversi su molti temi (non solo della parità ma anche quella dei diritti, dell’economia, della cultura in Italia e nel Mondo ) e di sperimentare le possibilità reali di comunicazione di questo strumento.
Il Sito della CNPO era tutto questo insieme ed i risultati ottenuti e riconosciuti mi hanno dato grandi soddisfazioni. Debbo anche aggiungere che in quell’impresa ho incontrato e conosciuto persone straordinarie, sia in Italia che all’Estero.
Che differenza riscontri tra allora ed oggi? Mi riferisco al tuo attuale lavoro con Donne ieri oggi e domani?
Quando ho progettato e diretto un sito d’informazione per un così alto livello istituzionale, a volte ne ho avvertito la limitazione ma ha vinto sempre il rispetto delle idee che dovevo rappresentare e il senso di responsabilità. Per quanto io abbia cercato di personalizzare e di fare in modo creativo il mio lavoro, non potevo prescindere dagli ambiti di riferimento a cui dovevo per dovere attenermi.
“Donne ieri oggi e domani”, il Portale creato nel 2005, è il frutto anche di quella esperienza ma si muove in modo autonomo, senza appartenenza di riferimento, senza schemi prefissati. E’ un sito aperto a tutte/i. Mi piace cogliere le differenze in modo paritario, senza vincoli né stereotipi. La ricezione, l’elaborazione, l’informazione e lo scambio delle idee restano la parte più interessante del mio lavoro.
Il web cosa ti ha dato rispetto all'esperienza sulla carta stampata che hai vissuto come giornalista?
Il tempo. Diciamo che ho scoperto la velocità dello scrivere. Il web non mi appassiona più del giusto e del dovuto. Non perdo mai di vista la mente.
Quanto può essere efficace l'uso dei media tecnologici (computer, i-pad, i-phone, etc) nell'esperienza di emancipazione femminile?
Molto. Come tutte le innovazioni che diventano metodo e strumento di vita, le donne non possono sottrarsi per non incorrere in un ulteriore rischio di emarginazione. Per essere alla pari è necessario conoscere ed usare gli stessi strumenti di tutti gli altri.
Sei una donna che continua ad innovare con le nuove tecnologie, dove pensi ti porterà ciò?
Non pongo limiti se non quelli dei tempi di vita.
Nel frattempo andrò dove ci porta l’innovazione, come cittadina del mondo. Confido che le prossime generazioni di nativi digitali, abbiano la capacità di usarle al meglio senza dimenticare chi e ciò che le ha precedute.