è docente di Filosofia Morale all’Università degli Studi di Torino.
l suo ultimo libro, Il futuro della riproduzione umana, ed. Fandango, si presta ad un dialogo che conduce nel cuore delle nuove tecniche di riproduzione. Dall’utero artificiale alla multi genitorialità… anche i figli entreranno nell’ottica della “sharing economy”?
Maurizio, nel tuo libro parli di tecniche riproduttive dal sapore futurista, sembra fantascienza… ma se una donna è sterile deve per forza affidarsi a ciò? Non può adottare un bimbo e liberarlo dall’orfanatrofio?
Potrebbe anche scegliere di non riprodursi. È apprezzabile la scelta di chi vuole adottare un figlio, ma può essere apprezzabile anche la scelta di avere un figlio sessualmente o per riproduzione assistita. Si portano al mondo bambini che altrimenti non nascerebbero mai.
Tu parli di scelta libera, ma siamo sicuri che poi tutto non degenererà?
Da una parte le nuove tecnologie daranno nuove possibilità di scelta a chi vuole riprodursi; dall'altra parte è vero che ci potrebbe essere un rischio di restrizione della libertà delle persone. Ad esempio con le nuove tecnologie che permettono di modificare il codice genetico del nascituro, probabilmente alcuni interventi diventeranno obbligatori; se poi l'utero artificiale permetterà di controllare meglio lo sviluppo embrionale le donne che scelgono di avere una gravidanza potrebbero essere criticate per non tener conto del benessere del nascituro.
Quindi tu la vedi come una scelta e non come l’oggettivazione del corpo della donna?
No, assolutamente. La vedo come allargare la scelta e la possibilità di diventare madri per realizzare un progetto di vita che prevede anche di avere un figlio.
Chi penserà al benessere del nascituro, figlio in certi casi di una donna in menopausa e quindi non in grado di occuparsi di un neonato con lo stesso vigore di giovane madre?
Anche qui bisognerebbe valutare caso per caso, stabilire se le persone che fanno questa scelta siano in grado di assicurare a chi nascerà delle figure di riferimento capaci di prendersi cura di lei o di lui nella maniera adeguata. Una donna di sessant’anni potrebbe contare su un marito o una compagna più giovane. Quando un uomo di oltre settant’anni ha un figlio di solito conta su una moglie giovane: in definitiva ci potrebbero essere altre figure ad occuparsi del benessere del nascituro.
La genitorialità multipla, si potranno avere più di due genitori biologici. Secondo te questi figli come si rapporteranno ad un simile gruppo famigliare? Cadranno le figure tradizionali?
È possibile che con l’affermarsi delle tecnologie che permettono a più persone di avere un figlio comune e ad altre tecnologie in grado di separare la riproduzione dalla sessualità, cadranno i modelli attuali di famiglia; senza però voler immaginare scenari del genere, anche se più persone potranno contribuire al codice genetico del figlio, continueranno ad essere due le figure genitoriali e saranno loro a decidere l’educazione, le scelte, del figlio che nascerà. Gli altri che hanno contribuito invece potranno partecipare apportando il loro sostegno…
Può sembrare cinico ma mi fai pensare ad una sorta di genitorialità che rimanda alla “sharing economy”: i figli costano, sono un bell’impegno anche di energia e per “risparmiare” si fanno e si usano in gruppo come le automobili.
Direi che è un modo per far fronte alla crisi ambientale e alle questioni demografiche. E' possibile che tra qualche decennio avere un figlio soltanto con un'altra persona diventerà una scelta problematica, in quanto potrebbe portare ad una crescita insostenibile della popolazione mondiale. Quindi avere un figlio con altre persone potrebbe diventare l'unico modo veramente responsabile di riprodursi.
Si ritorna alle comunità platoniche? Ricordiamo che Platone nel celebre dialogo “La Repubblica” suggeriva un’organizzazione sociale di condivisione famigliare. Come dico sempre: hanno inventato tutto i filosofi!
Penso tu abbia ragione! Le opportunità delle tecnologie, che ci permettono di realizzare certe conquiste, sono tutte in linea con la storia passata.
Noi realizziamo ciò che loro avevano solo immaginato, sostanzialmente.
Esatto, e così controlliamo la natura laddove la natura non ci permette di realizzare i nostri progetti.
Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata