MEDIAZIONE E DIRITTO COLLABORATIVO NELLA CONFLITTUALITÀ FAMILIARE

da | Gen 28, 2013 | Editoriali

Storie di separazioni conflittuali e diritti calpestati.
Un aiuto, prima dell’aula del tribunale, arriva dai nuovi metodi della Mediazione e del Diritto collaborativo. Se ne à parlato il ieri nel seminario promosso dall’Associazione Gruppo Donne e Giustizia di Modena.
Al centro del confronto con i maggiori esperti ed esperte, le tematiche legate ai metodi complementari alla tradizionale via giudiziaria, sempre più diffusi in Italia e da tempo sperimentati all’estero.

Si tratta di percorsi in grado di rendere protagonisti e responsabili i soggetti interessati e capaci di vivere la situazione, pur nella drammaticità dell’evento, con meno ostilità e più equilibrio. Nuovi sistemi che possono aiutare la coppia che decide di porre fine al matrimonio o alla convivenza ad uscire da una persistente conflittualità, accompagnandola nella
costruzione di accordi di separazione soddisfacenti per entrambi i coniugi o partners, nel pieno rispetto delle necessità affettive, relazionali ed economiche dei figli.

La giornata di studi, aperta a tutta la cittadinanza, si è rivolta in particolare a Istituzioni, magistrati, avvocati e operatori sociali, quale punto di partenza per l’avvio di piani collaborativi tra i diversi enti, organismi e persone coinvolte.

In Italia infatti, il divorzio e la separazione costituiscono un fenomeno di portata nuova che riguarda ormai una parte consistente della popolazione. Se da un lato si assiste alla crescente difficoltà per le coppie di stare insieme, dall’altro non meno problematica risulta la fine dell’unione, che può sfociare in una separazione conflittuale. Nel 2009 le separazioni nel nostro Paese sono state circa 86 mila e i divorzi oltre 54 mila (dati Istat).

Il 66,4% delle separazioni e il 60,7% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli. Il numero dei minori coinvolti nella crisi coniugale dei propri genitori è stato di quasi 100 mila nelle separazioni e di poco meno di 52 mila nei divorzi. Metà di questi bambini e bambine sono contesi.

Liti, disaccordi e conflitti, trascinati dalla coppia nelle aule dei tribunali, possono procurare gravi sofferenze, forti complicazioni personali e familiari, con negative conseguenze sul piano psicologico e giuridico, in particolare, quando ci sono figli e figlie. 

Circa il 44 per cento delle oltre 6.300 donne che si sono rivolte in questi anni ai servizi gratuiti di sostegno, informazione e consulenza dell’Associazione Gruppo Donne e Giustizia di Modena, ha chiesto informazioni sulla separazione. Esse lamentano disagi e sofferenze dovute all’impossibilità di riorganizzare emotivamente e pragmaticamente la propria vita, sia a causa degli insuperabili disaccordi con il partner e le conseguenti snervanti liti in ambito giudiziario che prolungano all’infinito le decisioni del tribunale, sia a causa delle disposizioni da esso adottate, che quasi mai soddisfano le esigenze di entrambi i coniugi, in quanto imposte e non preventivamente concordate. 

“L’urgenza e la rilevanza di queste problematiche che tanto affliggono le donne e le famiglie -ha dichiarato Giovanna Zanolini, presidente dell’Associazione Gruppo Donne e Giustizia- hanno condotto la nostra Associazione ad interrogarsi sulla necessità di cambiare la dimensione sociale e la portata emotiva generata dalle conflittualità familiari, così come l’inadeguatezza delle risposte dei Tribunali, del resto riconosciuta dagli stessi ambienti giudiziari, e sulla necessità, espressa e condivisa da vari soggetti sociali e istituzionali, di promuovere e diffondere una diversa cultura e un diverso approccio dell’evento separativo”.

Il Seminario si è proposto dunque la necessità di promuovere e diffondere una diversa cultura e un diverso approccio dell’evento separativo, per studiare metodi alternativi e/o complementari alla tradizionale via giudiziaria, sempre più diffusi in Italia e da tempo sperimentati all’estero.
Vanno in questa direzione la mediazione familiare e il più recente diritto collaborativo.

L’Associazione Gruppo Donne e Giustizia, costituitasi quale realtà autonoma nel Luglio 1996,  da trent’anni offre servizi di sostegno, informazione e consulenza alle donne italiane e immigrate in situazioni di disagio, oppressione e discriminazione, agendo sia all’interno della famiglia sia nella società civile, promuovendo concretamente una cultura giuridica e sociale di parità, rispetto, e tolleranza fra i generi e nelle relazioni intra-familiari avvalendosi di avvocate, psicologhe e operatrici volontarie.  
Sempre in riferimento alle numerosissime donne che si sono rivolte all’Associazione, che confermano
il dato che emerge da varie indagini, di una forte crescita numerica dei casi di aggravamento della condizione femminile in ambito familiare e sociale,  il Gruppo Donne e Giustizia ritiene che la questione debba essere affrontata con azioni culturali ed interventi legislativi che pongano un freno all’aumento di tali situazioni.

I due metodi di cui si è discusso,  sono dunque procedimenti che si pongono come scopo, seppure con diverse modalità di azione, di aiutare la coppia che decide di porre fi ne all’unione, ad uscire da una persistente conflittualità e di accompagnarla nella costruzione di relazioni significative ed efficaci che consentano agli interessati di essere artefici della riprogettazione della coppia e del nuovo assetto familiare, nel pieno rispetto delle necessità affettive, relazionali ed economiche soprattutto dei figli.
L’Associazione si è posta anche il problema di come attivare esperienze che agevolino l’adozione o l’incentivazione del ricorso alle pratiche alternative nel territorio modenese quale ulteriore opportunità di sostegno alle donne, ai minori e alle famiglie, nonché su quali basi promuovere tali esperienze.

Partendo da queste riflessioni l’Associazione intende svolgere un ruolo di forte presenza sul territorio che, oltre all’informazione/sensibilizzazione, realizzi questi metodi concretamente in favore di una  Mediazione familiare e Diritto Collaborativo rivolto alla cittadinanza, alle Istituzioni, ai magistrati, agli avvocati e agli operatori sociali, quale punto di partenza per l’avvio di piani collaborativi tra i diversi enti, organismi e l’Associazione.

Il seminario ha ricevuto il sostegno della Fondazione Cassa Risparmio di Modena e il patrocinio della Regione Emilia Romagna, Provincia e Comune di Modena. L’iniziativa è stata inoltre accreditata dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Modena per sei crediti formativi.

L’Indro, 30 marzo 2012