Se credevate che il dibattito delle donne sulle donne per le donne fosse infuso solo di nobili riflessioni, di grandi progetti, di azioni concrete, di orgoglio di genere, vi sbagliate.
Alcune di esse, certamente osservatrici di costume di non primo pelo, sentono il bisogno di esprimersi sul dress code della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Partiamo da una premessa politica, quanto necessaria.
La Premier che ci ritroviamo, piaccia o no, è la sintesi finale di una crisi politica presente nel Paese da tempo. Non stiano a fare il tifo per destra-sinistra-centro. Non importa. Il risultato è quello che conta ed è quello che ci ritroviamo. Qualcuna può augurarsi che cambi quanto prima, non entriamo nel merito.
Dobbiamo riconoscere però che è la prima donna Premier nel nostro Paese, e che questo qualcosa ha pur significato.
Continuando ad avere un occhio super parte, come è giusto che sia, non si può dire che questa donna non abbia avuto meriti e capacità. Come la Schlein d’altronde ma stiamo parlando della Premier in carica.
Allora, dicevo, passata allo scanner in ogni momento pubblico, possibile mai che ci si soffermi a guardare come veste? se ci rappresenta con quell’abbigliamento?
Ma stiamo scherzando? Non mi pare che le donne tedesche si siano soffermate sulle terribili giacche delle Cancelliera Merkel più di quanto facesse per il suo Paese. O ancora che si accettino le mise sempre uguali, senza stile e senza tempo di Ursula von der Leyen.
Ma che c’importa se la Meloni c’ha le palandrane lunghe e i pantaloni larghi?
E poi, diciamoci la verità. dai, un po’ di sincerità!
Ma immaginatevi voi, a correre su e giù tra un aereo e l’altro, una riunione e l’altra, osservata in continuo da fotografi e televisioni mentre magari avreste bisogno di slacciarvi i pantaloni al girovita, mentre siete “indisposte” e vorreste correre a cambiarvi, vi piacerebbe calzare comode pantofole invece di tacchi dalla mattina alla sera magari con l’alluce valgo infiammato.
Sapendo che sono ben visibili i difetti fisici che vorremmo tanto nascondere: il bacino largo, le cosce prorompenti, la bassa statura ecc.
Ma povera meloni! Quanto faticherà a scegliere cosa mettere per non sembrare “chiatta” e “sgraziata”, a superare le proprie incertezze, accettare i propri difetti mettendo a tacere una femminilità mortificata che tutte noi ben consociamo.
E’ il mondo che la guarda, mica solo delle cretin-femministe che dovrebbero occuparsi di ben altro, magari di quelle donne che sono costrette ad indossare ancora il burqa.
Insomma, a me di come veste la Meloni non importa.
Non sarà su questo che la ricorderà o la giudicherà la storia.
Spero neanche noi.