Non volevo, lo giuro! Non volevo parlare di Giorgia e Andrea.
Per rispetto di quello che sta accadendo nel mondo, dei conflitti, dei morti, della fame, dell’orrore a cui non ci si può abituare. Per le vittime di violenza, di sfruttamento, di terrorismo, delle mafie. Per i bambini e le bambine, abusati, venduti, schiavizzati, tenuti in ostaggio, abbandonati.
Tanti sarebbero stati i motivi per tacere su questa crisi di coppia.
Invece da un po’ di giorni, e non solo in Italia, la stampa si occupa molto della fine della relazione tra la nostra Premier e il suo compagno. Una storia importante durata 10 anni da cui è nata una figlia e i cui sentimenti devono ricevere il massimo del rispetto.
Un fatto forse doloroso per i protagonisti ma ormai comune delle nostre società in cui spesso i matrimoni finiscono, le relazioni s’interrompono, i legami di coppia si sciolgono. Altra questione, non necessariamente concausa, il femminicidio.
Allora perché scriverne.
Per il motivo che, in questo secolo mediatico, il privato di un personaggio pubblico diventa con maggiore e “malefica” forza affare collettivo e gli strumenti usati ne traggono vantaggi smisurati.
Sono gli stessi dispositivi usati per raggiungere notorietà e successo ma che hanno prodotto anche cattiva informazione e danni culturali visibili seppure non ancora quantificabili.
L’illusione di poter esprimere in libertà e impunemente il proprio pensiero che non contempli l’altra faccia della medaglia. Critiche e dissenso.
Anche i politici (chi l’avrebbe detto solo qualche decennio fa) fanno abbondantemente uso di questo mondo falsamente “social” per parlare con gli elettori, i sostenitori ma anche con gli avversari. Per questo non stupisce quanto avvenuto alla Presidente del Consiglio in questa circostanza. Un fatto privato di cui lei stessa ha reso partecipi i cittadini del Paese di cui è alla guida.
Perché lo abbia fatto, se bene o se male, se costretta o per altre considerazioni personali interessa fino ad un certo punto.
Quello che invece coglie l’attenzione di chi osserva dall’esterno è quanto il privato abbia la facilità di diventare noto e quanto sia inaccettabile che ognuno si appropri della storia altrui ergendosi a giudice per condannare o ironizzare su questioni di cui conosce solo la superfice.
Giorgia, probabilmente paga ancora una volta lo scotto di essere la prima donna Presidente del Consiglio italiano, di essere circondata da una curiosità morbosa che esula dalla sola valutazione di merito privilegiando l’aspetto, l’abbigliamento, il trucco, la compagnia, le vacanze ecc.
Paga la libertà di avere convissuto fuori dal matrimonio (da non confondere con la politica familiare) e forse paga l’arrogante decisione di avere liquidato, alla maniera usualmente usata dagli uomini, il compagno.
La politica è un ‘altra cosa.
Le questioni nazionali ed internazionali pongono ben altre riflessioni e preoccupazioni. L’uso improprio di questa vicenda come arma politica non fa onore a nessuno. Se dovessimo credere che tutto questo è stato orchestrato da una potenza economica mediatica preoccupa ancora di più.
E’ improprio dare un giudizio nel merito ma necessaria la solidarietà per questa triste conclusione familiare. Mentre, in privato, due parole al compagno farebbe piacere dirle.
Non deve essere stato facile contare meno di nulla (le donne lo sanno bene) e di assaggiare il potere solo di riflesso (idem). Alla ricerca di un sé (maschio) forse gli è sfuggita di mano la situazione. Perché i piacioni, i “cazzari” (licenza personale) s’inguaiano il più delle volte per supplire ad altre carenze di cui non vogliono o non sanno prendere atto.
Dunque e infine, per approfondimenti su coppie scoppiate, gossip, pettegolezzi e altro ora possiamo aggiungere al “Grande Fratello, a Ballando con le stelle, a Uomini e donne” ecc. anche il grande sponsor di questa vicenda, il programma Mediaset “Striscia la notizia”, rigorosamente in prima serata per pubblico di ogni età.