Natale 2018

da | Dic 18, 2018 | Editoriali

di Marta Ajò

“C’è stato un tempo in cui l’albero di Natale profumava di fresco appena tagliato. Illuminato da qualche candelina e ornato di mandarini, suscitava emozione e felicità.” ( Natale 1948, D.Maestri)

Caro Natale,

sono felice di incontrarti ogni anno e scoprire che tutti, proprio tutti, ne gioiscono insieme a me.
In ogni parte del mondo sarà un momento di raccoglimento e di affettività. Perché gli esseri umani hanno bisogno di unirsi, ritrovarsi e scambiare segni di pace e fraternità. Un giorno speciale, una sorta di tregua e di alleanza in cui anche chi non crede alla sacralità cristiana di questa ricorrenza, si sente partecipe di qualcosa di straordinario.

Anche per chi non la considera una festa religiosa, per chi crede di non credere o crede in altro, il Natale rappresenta comunque il bisogno di scambiarsi un segno di pace.
Che poi la spiritualità e la grandezza del messaggio insito in esso si siano sempre più nel tempo trasformati dando un diverso senso comune, nel frastuono e nella rincorsa ai regali, è anche la conseguenza di cambiamenti epocali.
Le guerre, le catastrofi naturali, quelle indotte dal cattivo comportamento dell’uomo, di politiche sbagliate e di economie sballate, gli egoismi e la rincorsa al potere hanno fatto degenerare il senso di collettività accrescendo differenze e distanze fra individui.

Un pensiero va alle popolazioni che anche questo Natale dovranno confrontarsi con la miseria, con la guerra, con il razzismo, con la violenza, l’abuso, la tratta e lo sfruttamento. Ai bambini e alle persone deboli e indifese. A tutti coloro che soffrono, in un giorno in cui altri possono vivere nell' egoistica opulenza che annebbia le coscienze.

Marta Ajò