Nicla Vassallo, filosofa

da | Gen 28, 2012 | Interviste/Video

Nicla Vassallo, filosofa
intervista di Laura Guglielmi, direttrice di “mentelocale” 
 

Un filosofa come te, che è ormai sotto i riflettori, cosa fa nella sua vita quotidiana? Si gira i pollici tutti i giorni oppure se ne sta in posa come Le Penseur di Rodin?

«Dialogo, leggo, scrivo. Mi adopero sul piano dell’insegnamento e della ricerca: è la mia professione, rispetto a cui mi pongo in gioco. Sul piano civile, culturale, sociale, contrasto conformismi, opportunismi, politicanti. Non viviamo momenti particolarmente facili. Un intellettuale serio fatica. Prova un profondo senso di solitudine. E lavoro un numero di ore elevato al giorno. Sempre eccessive. Per inciso, tra Rodin e Camille Claudel, quest’ultima senz’altro».

Negli ultimi anni hai prodotto migliaia di pagine sia come curatrice di antologie sia saggi tuoi. Ora che cosa stai scrivendo?

«Un libro in inglese, uno in italiano. Titoli e contenuti: top secret, per il momento. Ma quello in italiano rappresenta un antidoto contro la solitudine: mi vedrà conversare con un’ottima giornalista».

Sei entrata a fare parte dei Consigli Direttivi di diverse istituzioni culturali. Com’é?

«Per una forma di onesta dedizione intellettuale, del tutto priva del consueto, deprecabile do ut des».

Non è che della tua vita privata si sappia molto.

«Pubblico e privato. Lasciamo che sia il pubblico a mostrarsi, in coerenza col privato».

Università pubblica o privata?

«Pubblica. L’eccellenza si riesce a ottenere unicamente nella totale libertà di ricerca e trasparenza finanziaria. E desidererei che non si vendesse per eccellenza, soprattutto privata, ma pure pubblica, ciò che vi ha poco, o nulla a che fare».

Disponibile a domande stile il questionario di Proust?

«Non prediligo particolarmente né Proust, né i questionari. Proviamo, tuttavia»

Puoi dire ai nostri lettori dove vivi e dove preferiresti vivere?

«Abito nel centro storico genovese. Desidererei la Londra di Virginia Woolf. Al momento, nessun altro luogo, nessun’altra donna. Senz’altro non Parigi: colonialismo, contraffatto romanticismo, miserabile grandeur, monotonia architettonica, maschilismo, superficialità intellettuale spacciata per profondità. Senz’altro, invece, la Sardegna con Eleonora o Elianora d’Arborea, per la sua lungimiranza. Cessiamo di vivere la Sardegna come un luogo di vacanza. È un luogo di vita, vitale. Costa Smeralda? Che significato ha, se non quello di annientare il preesistente?».

Un tuo desiderio minimalista e illusorio? Ovvero il tuo piccolo paradiso.

«Non imbattersi più, neanche per caso, in approfittatori, avari, egoisti, incivili, ipocriti, maleducati, narcisisti, stupidi, traditori, voltagabbana».

Sport?

«Andare in barca a vela con coloro che s’immergono in mare e vento. Mai più con altri».

Il tuo personaggio storico preferito?

Cristina di Svezia.

E il quadro preferito?

«Parecchi della National Portrait Gallery e, a seguire, un tavolo prenotato al suo ristorante, al cospetto di uno squarcio della meraviglia di Londra dall’alto, con il partner amato/a. In primavera. Londra rimane l’accademia per eccellenza, nonché il luogo in cui metaforicamente si riesce a disfare ogni letto».

Le doti che apprezzi in una donna e in un uomo?

«Nell’una e nell’altro, allegria, creatività, giocosità, intraprendenza, intelligenza, onestà, onore, precisione, responsabilità, rispetto, sensibilità».

I difetti che detesti in una donna e in un uomo?

«Nell’una e nell’altro, il reiterato senza capo né coda, nonché i freni coi tacchi e la pelle che provoca ribrezzo. Chi non sa vivere e insiste a consigliarti come impostare ogni curva».

Se non fossi una filosofa?

«Sarei una navigatrice solitaria. Ciò che desideravo. Rimane un sogno sempre realizzabile, benché manchi ormai il fisico per regatare ad alto livello».

Un tratto distintivo del tuo carattere?

«L’attrazione per i cieli, i mari, le montagne ove le falsità e le oscillazioni costano caro».

Il tuo difetto principale?

«Troppi. Mi limito al principale. Sbattere le porte contro me stessa. Diverso e simile da La donna che sbatteva nelle porte, il monologo di Roddy Doyle, portato magistralmente in scena da Marina Massironi, donna e attrice trascinante, donna di cui mi fiderei».

Giornalisti e scrittori sopravvalutati? E filosofi?

«Posso avvalermi della facoltà di non rispondere?»

Qualcosa che ti disgusta in particolare?

«Bassezze, inconsapevolezze, scopate, spietatezze, tratti che vanno a braccetto con le cosiddette brave ragazze e bravi ragazzi».

«In questi giorni si sta volgendo a Palazzo Ducale un ciclo di conferenze sulla morte, a cui partecipano Cacciari, Curi e Marramao. Come viviamo il rapporto con la grande notte noi occidentali?

«Si teme la morte. La si consegna nelle mani di medicina, psicoanalisi, religione. La buona filosofia è capace di garantirci uno sguardo nuovo, mettendo in discussione, tra l’altro, che la morte sia un fatto meramente privato».

Come immagini la tua morte?

«Deserta».