Niente condanna per maltrattamenti in famiglia se non si accerta che imputato e vittima sono almeno una coppia di fatto
Irrilevante la sussistenza di un rapporto abituale, che pure ha portato alla nascita di un figlio, quando manca la convivenza «more uxorio»
Non si configura il reato di maltrattamenti in famiglia se non è accertato che il presunto persecutore e la parte offesa non costituiscano almeno una coppia di fatto: non basta che il rapporto sia abituale laddove invece se manca la convivenza “more uxorio”. Per questo, bisogna accertare le finalità della frequentazione. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza 22915 del 27 maggio 2013, ha ritenuto fondato il ricorso di un 37enne contro la decisione della Corte d’appello di Reggio Calabria che lo ha condannato alla pena di 8 mesi di reclusione per il reato di maltrattamenti in famiglia ai danni della compagna.