Niente donne fra gli hooligan! La Presidente della Camera Laura Boldrinicommenta su Jobs Act e metodo Renzi, Susanna Camusso per un nuovo Statuto dei lavoratori e no al Jobs Act., ” le mamme ucraine in Italia in aiuto ai loro ragazzi in guerra

da | Feb 26, 2015 | L'opinione

di Paola Ortensi

Una settimana ancora piena di voci e di non voci di donne, importanti e da sottolineare, guardando, per iniziare dall’Italia, ad avvenimenti, da cui decido d’iniziare, per tornare poi ad altri, avvenuti dentro e fuori dai nostri confini, che meritano qualche sottolineatura. Il primo fatto che non vorrei aggirare è lo sfregio con cui, nel cuore della settimana gli hooligan olandesi hanno ferito Roma in generale e la Barcaccia in particolare. A parte rabbia e dolore in questo contesto sottolineo che almeno, a quanto abbiamo potuto vedere, fra i violenti orribili, scalmanati, urlanti non c’erano donne. Speriamo non solo di non essere smentite ma che sia possibile pensare che le donne condannino tali comportamenti e si dissocino pensando che questo traguardo tutto maschile di certo non le interessi. E a proposito, se non un dissociarsi, ma come una critica non troppo larvata a Renzi è apparsa la dichiarazione della Presidente della Camera Laura Boldrini che in un convegno ad Ancona, praticamente in contemporanea con l’approvazione del decreto del Jobs Act ha precisato che non ama l’idea di un uomo solo al comando e che per il Jobs Act si potevano tenere in considerazione i pareri della Commissione.
Ognuno può arrivare a commentare da sola/o, in un paese dove, al di là del singolo sentire, sembra che ogni cosa sia occasione d’infinita polemica. E comunque rimanendo sul Jobs Act è, direi obbligatorio, riportare la ripresa di critiche che provengono dalla Segretaria della CGIL Susanna Camusso. La Camusso, che per quel che posso valutare dal mio osservatorio era silenziosa da diverse settimane ha espresso con determinazione la sua critica forte al provvedimento sul lavoro del governo Renzi e sostiene che sia necessario impegnarsi per un nuovo statuto dei lavoratori.
Mentre i non piccoli problemi Italiani e il ruolo e funzione del paese Italia, per esempio rispetto alla Libia, agli sbarchi di disperati, alle minacce dell’ISIS, considerata la nostra nota collocazione geografica nel Mediterraneo agitano la politica di governo e d’opposizione; La CancellieraMerkel in visita da Papa Francesco, condivide con il Pontefice la sua preoccupazione circa l’Ucraina e l’impressione che in Europa la pace non sia garantita, e forse di questo non ci sia sufficiente consapevolezza.
A proposito d’Ucraina una notizia di cronaca Romana, mi sembra valga davvero la pena di essere riportata, per le diverse valenze di riflessione che offre. A Roma le mamme di Kiev, ovvero donne Ucraine che qui lavorano, per lo più come badanti, da alcune domeniche raccolgono a Ostiense in un mercatino d’emergenza: indumenti,medicine,cibo di ogni genere da inviare ai loro ragazzi che, come dicono, da operai oggi sono soldati che hanno bisogno di tutto.
Rimanendo a Roma la Fondazione Cinema per Roma ha dato un nuovo CDA del Festival del cinema di Roma e soprattutto il/la nuova presidente, nominata dal sindaco Marino nella persona di Piera Detassis giornalista e importante critica cinematografica. E rimanendo al Cinema e pensando alla prossima Notte degli Oscar 2015 è obbligatorio ricordare che l’unica candidatura italiana è Milena Canonero costumista degli abiti del film Gran Budapest Hotel. Domani sapremo ma l’indicazione è già un enorme riconoscimento.
Leggendo e seguendo l’informazione, l’impressione che ricavo permanentemente è che l’equilibrio determinato dall’importanza delle notizie sulla vita e civiltà del paese rispetto a notizie trite e ritrite che generano, ripetutamente, indignazione e scalpore non abbia equilibrio di spazi e di commenti diciamo adeguati alla vita reale. E’ un pensiero più che mai mi è tornato in questi giorni, quando uno spazio incredibile che definirei, più che politico un eterno, reiterato scoop riguardante i denari, tanti, che Berlusconi avrebbe continuato a dare alle ragazze collegate alla Minetti e a Ruby. Non aggiungerei altro perché direi che ognun sa e quanto ci viene propinato quotidianamente: è troppo ! La giustizia vada avanti ma con meno spettacolo a danno di cose più importanti e interessanti oramai.
Un plauso, davvero per esempio allo spazio che torna ad avere sulla stampa Emma Bonino che dopo avere avuto, a gennaio, il coraggio di condividere sui giornali la sua lotta contro il cancro, torna a farlo soffermandosi su fatti e pensieri di ottimismo e sfida alla malattia che possono contaminare positivamente, come ha commentato Veronesi, tante persone impegnate nella sua stessa guerra. Il coraggio della Bonino rappresenta un esempio positivo che partendo da una persona, una donna politica stimata e amata è assai importante.
Spesso voci per quanto singole si possono trasformare in energia che si moltiplica. E mantengo il metodo per una notizia completamente diversa, frutto di un progetto Unicef “Girls, not brides” raccontata da Adriano Sofri che ha partecipato alla cerimonia per il suo successo. Si tratta di un piccolissimo villaggio dell’India Immensa: Benisar nel deserto di Thar dove è passata, collegialmente, l’idea di mai più matrimoni infantili per le ragazze, ma piuttosto porte aperte al loro diritto a studiare e crescere libere. La speranza è di nuovo: dal particolare al generale! Dal piccolo villaggio alle grandi città in un irrefrenabile, necessario percorso di civiltà. E qui mi fermo, pur saltando tanto d’altro che di certo, però, rincontreremo e avremo nuovo tempo per raccontare.

 

Prima Pagina Donne /8 (16-22 febbraio 2015)