Nina, di Marisa Fasanella

da | Nov 10, 2014 | Consigli di lettura

EIR editore

“Ninè, l’amore è una benedizione, sempre.” Zia Nerina la scrivana se avesse potuto guardarmi dall’altro mondo, avrebbe riso con la bocca senza denti spalancata come una fornace.

Già vincitrice del Premio Letterario Nazionale “Corrado Alvaro” XI edizione – Premio del Presidente – e di numerosi concorsi letterari, Marisa Fasanella pubblica con Editori Internazionali Riuniti Nina, un romanzo che è un'illuminazione cangiante, qualcosa di scritto che arriva dritto al cuore; la sua è una scrittura sapiente e fascinosa che ricorda talora il romanzo epistolare settecentesco ed anche, conseguentemente, l'enigmatica e sapiente lucentezza dei vicini autori del Sud, primo su tutti, Consolo, ma Sciascia e lo stesso Alvaro.
Sullo sfondo dei giorni che seguono la guerra in Libia e l'incalzare del primo conflitto mondiale, un paesino calabrese, teatro di morte in cui i signori esercitano spietatamente il loro potere, vede nascere una storia d'amore e di riscatto, una relazione ardente e cruda fra Nina, una donna che per obbligo ha sposato lo sconsiderato Jacopo degli Armenti, e un Uomo venuto da lontano, soldato e disertore che salva vite con le sue mani da chirurgo.
L’atmosfera di un tempo lontano ma presente a tutti è resa in una narrazione limpida, con una lingua dalla forte personalità letteraria, accesa a tratti da accenti meridionali che marcano l’appartenenza a una terra dai confini non solo geografici, ma radicalmente intimi.
Un romanzo intenso, seducente, in cui la scrittura è espiazione, liberazione naturale di un turbine di sentimenti, una storia che parla dell'amore struggente, quello che viene a mutare l'immutabile.

Si dovesse riassumere in una formula la cifra stilistica di Marisa Fasanella, si potrebbe parlare di“espressionismo potenziale”: la pagina, voglio dire, appa­re sempre come predisposta all’urlo, alla violenza dei contrasti, agli scossoni verbali del pathos; ma quel magma linguistico che si intuisce incandescente si rapprende e raffredda immediatamente per l’intervento di una sorta di sordina psichica, che preferisce il non detto all’ostensione smaccata, l’allusio­ne ambigua all’enunciato diretto, il ripiegamento amaro all’invettiva. Quasi incomprensibili se si prescinde dai profili antropologici della Calabria, pure questi racconti non hanno nulla o quasi di “etnico” o di folclorico: le stim­mate di quella terra si introiettano e si riassumono nella solitudine invincibi­le di tutti i personaggi, nelle rare parole che si scambiano, nelle vite “minori” che conducono.

Dalla prefazione a Rimorsi di Stefano Giovanardi

Marisa Fasanella è una scrittrice calabrese. Dopo essersi aggiudicata con il romanzo d'esordio Maschere e lenzuola del vicolo Santacroce (Edizioni Periferia) il Premio Letterario Nazionale “Donna e scrittura. Inedito nel cassetto”, ha pubblicato L'ombra lunga dei moroni (Rubbettino Editore, 2004 – Premio Nazionale Crati, Sezione Narrativa), nonché molti racconti su riviste e quotidiani. Per l'editore Tullio Pironti ha pubblicato, nel 1996, la fortunata raccolta Gineceo. Undici crudeli racconti e nel 2010 Rimorsi. Undici racconti (Premio Letterario Istmodi Marcellinara “Le Parole di Arianna” – sezione Narrativa; Premio Letterario Nazionale “Corrado Alvaro” XI edizione – Premio del Presidente. Finalista, prima rosa, Premio Letterario Nazionale “Rapallo-Carige” per la donna scrittrice, XXVII edizione). La giuria del Premio Nazionale “Vincenzo Padula”, VI edizione, le ha conferito il riconoscimento speciale per la narrativa.

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