Il libro di Luca Trapanese è appassionante e profondo, alias il papà di Alba Trapanese, una magnifica bambina affetta dalla Sindrome di Down, amata da lui, omogenitore e seguita sui social media per la passione che mette nel trasmettere i valori legati alla diversità e ai valori di amore verso tutti.
Questo scrittore sembra aver raggiunto una maturità. E’ uno scrittore completo, con una bella scrittura, che sa di psicologia, psichiatria e religione cristiana. Ah, che dico: “cattolica”!
Perché nella storia si mostra tanta dedizione e rispetto verso l’Altro, che è soprattutto appartenente alla religione di chi ama il perdono e l’ascolto profondo, di Cristo che si è dato con la vita agli altri.
Nella storia il protagonista ha a che fare con un uomo che ha difficoltà mentali. Il Trapanese evince le caratteristiche di combattere i pregiudizi nei confronti della malattia mentale e della diversità nella nostra società. Infatti il protagonista, Livio, è omosessuale, ma non vuole reprimere, giustamente, la sua scelta d’amore. Oltretutto deve assistere Vittorio che diventerà un suo amico.
Il libro di Luca Trapanese mi ha coinvolto molto sia per le sue tematiche sociali che cristiane, nello sfondo si stagliano una parrocchia, un parroco, una perpetua e le missioni.
Ma di quali missioni stiamo parlando?
Eh sì perchè per Livio, il protagonista, la missione era quella di aiutare chi soffriva o comunque chi avesse bisogno di lui, ma per Vittorio la missione è un’altra cosa.
Vittorio è un trentenne colto e disperato, “figlio” della buona borghesia di Napoli, la città dove lavora Luca Trapanese come Assessore alle politiche sociali del Comune.
La questione della famiglia viene rappresentata come il vero segno, calco imprescindibile della nostra storia personale e della costruzione della personalità. Infatti quella di Livio e di Vittorio potevano avere dei punti di somiglianza, ma entrambe carenti della figura paterna e di amore coniugale.
Belle e intense le scene in cui il romanzo viene a proporre il dolore e la tensione affettiva dei personaggi. Belle perché c’è Napoli e la sua ricca e verdeggiante Posillipo e i suoi parchi e Formia, luogo di villeggiatura quasi d’élite napoletana. Intense perché questo testo posso considerarlo uno spaccato di sapere clinico, ovvero appartenente ad una persona competente che è anche un po’ mistico, ma che mastica della conoscenza in fatto di terapia psicologica.
Il libro è fluido nella lettura, scorrevole. Non si perde mai l’attenzione sia sulla storia che sul senso umano e morale che Trapanese sembra voler trasmettere, con suspence e un ritmo vivace, se non brillante nel racconto.
Consiglio la lettura a chi vuole arricchirsi di sensibilità nella comprensione dell’interiorità umana e a chi ama la solarità partenopea.

