di Augusta Amolini
La parità fra donne è un argomento ancora poco indagato, non esiste infatti casistica o letteratura sulla discriminazione di genere e non rappresenta neppure un tema formalmente giuridico. La realtà ci richiama a un concetto di solidarietà e di inclusione, politica, economica e sociale come unico valore etico e morale.
Si parla sempre più spesso della sindrome dell'ape regina che identifica il comportamento sessista adottato da donne nei confronti di altre donne. Sembra che in parallelo alla realizzazione di brillanti carriere femminili ottenute con impegno e fatica, in probabili condizioni di forte competitività , si assista a un mancato quanto atteso ritorno di solidarietà di genere. Molte donne dopo aver frantumato il famoso soffitto di cristallo e conquistate le leve del potere, non dimostrano atteggiamenti inclusivi. L'ascensore utilizzato per la salita raramente viene rimandato in basso per fornire nuove opportunità.
L’identificazione con modelli sempre più maschili attuato dalle donne Alfa, sgretola ogni conquista femminile e conferma che la figura individuata come guida continua a essere oggi appannaggio quasi esclusivo di un mondo riservato agli uomini. Nell’ambito lavorativo dove le donne-capo rivelano grandi capacità da team-leader, in alcuni casi sembra vengano messi in atto atteggiamenti di discrimine, indirizzati più verso le donne piuttosto che nei confronti dei colleghi maschi. Ma su questo fronte esiste una vasta letteratura a dimostrazione di quanto la discriminazione sia una prassi comune che non applica sconti di genere.
La solidarietà negata che impedisce la parità e l’uguaglianza è una pratica trasversale al genere, è un problema che interessa la Società nella sua interezza, non esclusiva del mondo femminile. “E’ l’uomo (inteso come essere umano) che spesso non restituisce l’ascensore, quasi come si sentisse di salire sempre più in alto tenendo gli altri in basso”. E' quindi da ricercare nell’ individualismo il male vero della nostra Società.
Siamo tutti impreparati a considerare donne che abdicano alle caratteristiche femminili dell’accoglienza e dell’inclusione per assumere posizioni scollate dall’immaginario collettivo. Il vero nodo della questione è il confronto dei ruoli che si sta convertendo in una filosofia di vita che interpreta una nuova dimensione di prevaricazione che non ha genere.
E’ con questa nuova estensione che dovremo imparare a confrontarci.
Augusta Amolini