Non sono maltrattamenti se il partner ha un carattere forte e non è intimorito, 2 luglio

da | Lug 3, 2010 | Anno 2010

Non risponde di maltrattamenti chi aggredisce il partner dal carattere forte e che non risulta intimorito psicologicamente dalle percosse, verbali o fisiche.

E’ quanto ha stabilito la Suprema Corte che, con la sentenza 25138 di oggi, ha accolto il ricorso di un uomo contro la sentenza che lo condannava per aver aggredito la moglie con minacce, ingiurie e violenze, lesive della sua integrità fisica e morale. Il marito contestava l’abitualità degli episodi, secondo lui sporadici e limitati nel corso di tre anni, e sottolineava il fatto che la moglie, per sua stessa ammissione, aveva un carattere forte e non era per nulla intimorita dal suo comportamento. Secondo la difesa, quella che i giudici di merito avevano scambiato per contraffazione era in realtà un semplice clima di tensione tra i coniugi. La sesta sezione penale della cassazione ha accolto questa tesi, ricordando che “perché sussista il reato di maltrattamenti in famiglia occorre che sia accertata una condotta (consistente in aggressioni fisiche o vessazioni o manifestazioni di disprezzo) abitualmente lesiva della integrità fisica e del patrimonio morale della persona offesa, che, a causa di ciò, versa in una condizione di sofferenza”. I giudici di legittimità hanno quindi escluso la sussistenza del reato, dal momento che la condizione psicologica della donna non era “intimorita”, ma anzi era solo quella di una persona “scossa, esasperata, molto carica emotivamente”.