A un anno dalla scomparsa di Annamaria Mammoliti riproponiamo un suo editoriale scritto per la rivista Minerva, n. 279, del marzo 2009.
Orrore e scomunica
E’difficile immaginare una cosa più straziante e orribile di una bambina stuprata dal patrigno e rimasta incinta. Eppure è un fatto realmente accaduto nel Nordest del Brasile, a Recife, che ha fatto scalpore e suscitato polemiche attorno ad un tema non nuovo: il diritto della donna ad abortire in caso di stupro.
Il violentatore ha 23 anni, la bambina non ancora dieci e avrebbe partorito due geemelli, se la gravidanza non fosse stata interrotta con l’aborto deciso e praticato dai medici dell’ospedale universitario di Pernambuco.
Puntuale, è arrivata la violenta reazione ideologica della Chiesa contro i medici che hanno fatto abortire
Nella povertà, nello sfruttamento intollerabile dei minori, nello sfruttamento infantile con pratiche schiavistiche che pregiudicano lo sviluppo fisico, sociale, psicologico, addio diritto alla vita! In quei casi, il diritto alla vita diventa merce, un problema economico, non etico. Bambini e bambine sfruttati nelle manifatture di prodotti destinati al mercato del Nord ricco del Mondo; roba perciò sindacale, faccende sociali, anche serie, ma per carità non facciamo confusione: nulla a che fare con i Valori religiosi che deve difendere la Chiesa, con i temi eticamente sensibili su cui sbarrare la strada alla scienza nemica della religione, nulla a che vedere con il rispetto della legge di Dio. Quella legge vorrebbe che una bambina di nove anni stuprata mettesse al mondo due gemelli, figli della più ignobile delle violenze. Ci rendiamo conto dell’orrore disumano che rivela un simile dogma religioso? Non credo a sufficienza. Non credo che sia chiaro che Dio, con una simile legge spacciata come sua, non c’entri nulla. Dio, semmai, è con
Il medesimo spirito religioso e laico che troverete, nelle pagine interne di questo numero di Minerva, nelle parole di padre Alfredo e in quelle del liberale Graham Watson.
Vi ricordate gli stupri di massa in Bosnia? Anche allora la Chiesa prese posizione contro il diritto delle donne stuprate a non volere i figli dello stupro, dell’odio e non dell’amore. Nei casi di stupro, chi può negare la libertà della donna di decidere, il suo diritto ad abortire?
È ancora vivo in tutti noi la tragica vicenda di Eluana Englaro. Anche in quel caso, il diritto alla vita è stato brandito da Chiesa e da cattolici bigotti e settari per negarle una morte ufficiale dopo 16 anni di morte reale. La legge di Dio è al di sopra delle legge umana: questo è l’argomento della Chiesa paludata e del potere temporale, ma per fortuna non dello sterminato esercito di volontari, missionari, medici cattolici sparsi ‘I nel mondo, loro sì a contatto con la sofferenza e
Commento di Marta Ajò
Ultimo editoriale di Annamaria Mammoliti per
Editrice e direttrice del magazine mensile Minerva e di Minerva Time dal 1983, è stata fondatrice e presidente del “Club delle Donne” dal 1982, ideatrice del Premio Minerva ai Saperi femminili, primo premio al femminile in Italia giunto alla sua XIX Edizione sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica. Sempre in prima fila nella difesa della liberta’ di informazione contro settarismi, conformismi, logiche omertose di potere, e in un appassionato costante impegno civile e sociale volto ad affermare i diritti di cittadinanza, con particolare dedizione a favore dei diritti delle donne. Cavaliere della Repubblica e nel 1996 Premio della cultura della Presidenza del Consiglio, ha svolto anche sul piano internazionale una dinamica presenza come relatrice italiana a importanti incontri sulla storia e il ruolo delle donne nella lotta per l’emancipazione. Negli anni della sua attività pubblica ha anche ricoperto incarichi amministrativi e politici. Tra gli altri al Comune di Roma come presidente della commissione Ambiente e nel partito Socialista come membro della direzione nazionale.