Pena di maternità: cos’è e come possiamo combatterla?

da | Ott 16, 2024 | Donne e lavoro

Con la recente conferma del Bonus Mamme nel 2025, e la possibile estensione di questa misura anche alle libere professioniste, la banca online N26 accende i riflettori su un problema che affligge molte lavoratrici madri, dipendenti ed autonome: la “Pena di maternità”.

Questo bonus rappresenta un passo importante verso una maggiore equità di genere nel mondo del lavoro, offrendo alle madri lavoratrici nuove risorse per conciliare vita privata e professionale, e contribuire all’economia del Paese. Ma è sufficiente per eliminare il costo che le donne pagano in termini di carriera e retribuzione solo per essere madri?

La “Motherhood Penalty” – ossia il prezzo che le madri pagano in termini di carriera e retribuzione – resta una realtà che grava sul percorso professionale delle donne con figli. I dati raccolti da N26 sulla “pena di maternità” nel corso degli ultimi anni sono eloquenti:

  • Le lavoratrici madri vedono una riduzione salariale del 5% per ogni figlio rispetto alle loro colleghe senza figli.

  • Il divario retributivo con i padri può arrivare fino a 16.000 dollari all’anno.

  • In Norvegia, una ricerca ha evidenziato che nelle coppie omosessuali, chi si occupa di più dei figli subisce una penalizzazione economica maggiore. La donna che partorisce, ad esempio, registra una riduzione del reddito del 13%, rispetto al 5% della partner.

Questi numeri evidenziano come il divario persista nonostante i passi avanti. N26 sottolinea come sia quindi necessario andare oltre il singolo bonus e implementare una serie di soluzioni mirate per contrastare questo fenomeno:

  • Sussidi universali per l’infanzia: Un supporto economico diretto per alleviare i costi legati alla cura dei figli.

  • Congedo parentale retribuito e obbligatorio per i padri: Misure per equilibrare le responsabilità familiari e sfatare gli stereotipi di genere.

  • Crediti fiscali e contributi mensili: Incentivi finanziari per le famiglie con figli.

  • Flessibilità lavorativa e stipendi equi: Politiche aziendali che promuovano la conciliazione vita-lavoro, come il lavoro da remoto o ferie aggiuntive.

  • Asili aziendali e sicurezza sul lavoro: Servizi che supportino concretamente le madri lavoratrici.

  • Pensioni maggiorate: Compensazioni per le donne che interrompono o riducono la carriera a favore della famiglia.