Pon-pon a Lagos: la passione senza confini delle cheerleader

da | Set 23, 2025 | Donne dal mondo

 

A Lagos, il cheerleading non è solo spettacolo, ma una disciplina che intreccia sport, danza e empowerment femminile. Guidato dalla determinazione di Lilian Lianchi, il movimento sta crescendo, sfidando pregiudizi e conquistando sempre più giovani, tra cui tante ragazze in cerca di riscatto

Le strade di Yaba, vivace e popoloso sobborgo di Lagos, sono solitamente sommerse dal traffico e animate dal vociare incessante dei venditori ambulanti. Ma nei giorni di festa si trasformano in un’esplosione di colori: piccole sfere sgargianti volteggiano nell’aria, disegnando scie luminose che accendono l’atmosfera. Sono i pon-pon della squadra locale di cheerleading, protagonista di spettacolari esibizioni settimanali che catturano l’attenzione di curiosi e appassionati, trasformando il quartiere in un palcoscenico di energia e vitalità. Da sempre simbolo di coreografie sincronizzate a sostegno delle squadre di football americano, il cheerleading si è evoluto in un fenomeno globale che intreccia sport e spettacolo, trovando in Nigeria un terreno fertile per fiorire.

«Abbiamo già centinaia di atlete, dai quattro anni in su, entusiaste di cimentarsi in questa disciplina travolgente», racconta Lilian Lianchi, fondatrice del Lagos Cheer Nigeria. Fisico da modella, energia di una ginnasta e carisma da leader, Lilian incarna la determinazione di chi insegue un sogno. Laureata all’Università di Ibadan, ha sempre coltivato l’ambizione di portare questo fenomeno statunitense in Africa. «Il cheerleading è molto più di acrobazie e coreografie», sottolinea. «È spirito di squadra, disciplina, un potente strumento per costruire la fiducia in sé. Ed è esattamente ciò di cui ha bisogno un Paese giovane, pieno di talento ed energia, dove l’età media è appena di 18 anni». L’avvio non è stato semplice. «Inizialmente, molte persone non capivano cosa fosse il cheerleading e lo associavano a un semplice intrattenimento per il pubblico. Ma quando hanno visto il livello di preparazione fisica e mentale richiesto, hanno cambiato idea» racconta Lilian, sottolineando come la diffusione di questa disciplina in Africa rappresenti un cambio di paradigma. «In Nigeria, dove il calcio domina la scena sportiva, il cheerleading si presenta come una disciplina che offre qualcosa di diverso: un misto di atletismo, danza e spettacolo».

Sempre più inclusivo

Fenomeno nato alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti, inizialmente riservato agli uomini (il primo gruppo organizzato di cheerleader è documentato nel 1898 all’Università del Minnesota), solo negli anni Venti ha visto le donne diventare protagoniste assolute. Oggi il cheerleading è molto più di un semplice intrattenimento a bordo campo: combina elementi di danza, ginnastica artistica e sport. Non mancano competizioni internazionali in cui le squadre si sfidano con esibizioni mozzafiato. E la Nigeria si contende con il Sudafrica il primato continentale. «Sebbene nell’immaginario collettivo le cheerleaders siano spesso associate a un ruolo decorativo», sottolinea l’istruttore Daniel Owoseni Ajala, già maestro alla prestigiosa Leap of Dance Academy, «in realtà le atlete si cimentano in uno sport estremamente impegnativo, che richiede forza fisica, coordinazione e tenacia per affinare le proprie capacità e garantire la sicurezza nelle esecuzioni». Gli allenamenti si svolgono in piccole palestre e sotto le gradinate dello stadio di Yaba, dove materassini accatastati fanno da tappeto agli esercizi. Qui, due volte la settimana, si possono vedere all’opera le atlete più esperte alle prese con coreografie che includono salti, piramidi umane, acrobazie e stunt spettacolari. «Negli ultimi anni, il movimento ha cercato di distaccarsi da certi stereotipi sessisti, promuovendo un’immagine più inclusiva e professionale delle cheerleaders», argomenta Lilian. «Sebbene il club sia prevalentemente femminile, oggi il cheerleading coinvolge anche un numero crescente di ragazzi, specialmente nei ruoli di “base” nelle piramidi umane, dimostrando che questa disciplina non ha genere».

Voglia di superarsi

Le sessioni di allenamento del club sono intense e strutturate. La musica afrobeat scandisce il ritmo delle coreografie. «La preparazione fisica è fondamentale, poiché il cheerleading richiede forza, flessibilità e precisione. Ogni movimento deve essere perfetto, ogni membro della squadra deve essere sincronizzato», chiarisce l’istruttrice Amaka Osinachi. «Questo livello di disciplina aiuta i ragazzi non solo nello sport, ma anche nella loro vita quotidiana».

Uno degli obiettivi principali di Lagos Cheer Nigeria è l’empowerment delle giovani donne. In una società in cui le opportunità per le ragazze possono essere limitate, il club offre uno spazio sicuro per crescere e sviluppare competenze come la leadership, la collaborazione e la perseveranza. Zainab, tra le prime ragazze membri del club, racconta: «Prima di entrare nel gruppo, ero molto timida e non credevo nelle mie capacità. Il cheerleading mi ha insegnato a lavorare in squadra e a fidarmi degli altri, ma soprattutto mi ha dato la forza di credere in me stessa». Una passione, quella per il cheerleading, che non ha età. Hassana Musa, 32 anni, dice: «Ho iniziato quando avevo 26 anni e mi alleno duramente per migliorare. In famiglia non mi capiscono, i miei genitori pensano che stia perdendo tempo, ma io non mollo». L’impatto del club va oltre il semplice allenamento fisico. Molte partecipanti hanno visto crescere la propria autostima e capacità di gestione dello stress, grazie all’atmosfera positiva e al supporto reciproco. «Sono stata tentata più volte dall’idea di abbandonare, specie quando mi sono trovata di fronte a un esercizio particolarmente difficile o sono caduta rovinosamente a terra per via di una coreografia effettuata male», racconta Aluko, 21 anni. «Ma ho imparato a risollevarmi e a fare tesoro degli errori. Oggi sono orgogliosa di ciò che sono».

Le fa eco Gabi Esther, 16 anni: «Ciò che amo di più delle cheerleader è che non importa quanti errori una commetta, ci sosteniamo sempre a vicenda». «Il nostro obiettivo è costruire una comunità forte e inclusiva», conclude Amaka. «Il cheerleading in Nigeria non è uno spettacolo, ma una scuola di vita».

di Abiodun Okeke – foto di Christian Sinibaldi / Panos Pictures