COMUNICATO STAMPA
Processo d’Appello per l’omicidio di Saman Abbas: Trama di Terre sostiene l’impugnazione della Procura:
“Nel rifiuto al matrimonio forzato il movente del femminicidio di Saman Abbas”
Imola, 25 febbraio 2025 – Giovedì 27 febbraio si apre il processo di secondo grado presso la Corte
D’Assise D’Appello di Bologna per l’omicidio di Saman Abbas, la giovane di origini pakistane
uccisa a Novellara nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021.
Trama di Terre, già costituita parte civile con l’avvocata Monica Miserocchi, aderisce alle
conclusioni dell’appello proposto dal procuratore capo Calogero Paci e dalla sostituta procuratrice
Maria Rita Pantani della Procura di Reggio Emilia, in particolare per ciò che attiene il mancato
riconoscimento delle aggravanti della premeditazione e dei motivi futili/abietti, già contestate
nell’imputazione.
La Procura appellante ha, inoltre, richiesto che tutti e cinque gli imputati siano riconosciuti
responsabili, compresi i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq, assolti in primo grado.
Un altro punto cruciale è il riconoscimento della piena attendibilità della testimonianza del fratello
di Saman, Alì Haider, che in primo grado era stato sentito come testimone indagabile. La Procura
chiede che venga considerato un testimone vulnerabile, garantendo il giusto valore alle sue
dichiarazioni per far emergere con chiarezza la verità.
“Non è condivisibile la premessa motivazionale che la Corte D’Assise pone alla base della
decisione di non riconoscere le aggravanti della premeditazione e dei motivi futili e abietti; una
decisione che di fatto si traduce nella negazione della matrice culturale/patriarcale di quello che a
tutti gli effetti va riconosciuto come femminicidio, legato, in questo caso, al rifiuto opposto dalla
giovane Saman al matrimonio forzato. La Corte, diversamente dall’ipotesi d’accusa, ritiene al
contrario che l’uccisione di Saman Abbas sia conseguita al suo tentativo improvviso di “fuggire”
dall’abitazione dei genitori proprio nella notte tra il 30 aprile ed il 1° maggio 2021. Movente,
questo, che secondo la Corte escluderebbe l’integrazione del motivo futile e/o abietto in quanto la
condotta della giovane, avuto riguardo al costume culturale di riferimento, è ritenuta
disonorevole” afferma Clarice Carassi, presidente e avvocata di Trama di Terre.
L’omicidio di Saman Abbas rappresenta un caso emblematico della violenza patriarcale che
continua a limitare la libertà e i diritti delle donne. La sua volontà di vivere liberamente e di
autodeterminarsi è stata soffocata in un contesto culturale/patriarcale che non accettava la sua
indipendenza. È essenziale che il processo riconosca pienamente la gravità di questo delitto e che si
affermi con forza che nessuna forma di violenza contro le donne può essere tollerata o relativizzata.
“Correttamente la Procura ha inteso richiamare il rischio di un relativismo multiculturale, che
rafforzerebbe quell’orientamento che riconosce rilievo ai reati cd. “culturalmente motivati”, con
conseguente “legittimazione” di condotte altrimenti perseguibili” – prosegue Clarice Carassi “La
posizione assunta dalla Corte d’Assise di primo grado parrebbe indicativa della persistente
resistenza da parte dei giudici italiani ad adottare nella interpretazione dei reati di violenza contro
le donne quella prospettiva di genere che le fonti sovranazionali prescrivono (convenzione di
Istanbul e la Cedaw). Con il risultato che spesso di questi fatti non si ottiene il giusto
inquadramento; il che ci restituisce con forza l’opportunità’ di introdurre un diritto penale della
differenza e il reato di femminicidio”.
Trama di Terre chiede giustizia per Saman Abbas.
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