Lo studente affetto da un disturbo dell’apprendimento, come la dislessia, può essere ammesso alla classe successiva anche se ha riportato gravi insufficienze in molte materie. La bocciatura è illegittima se i professori non hanno tenuto conto della particolare situazione dell’alunno.
E’ quanto ha stabilito il Tar del Lazio nella sentenza 31203 del 23 agosto 2010, accogliendo il ricorso dei genitori di uno studente romano affetto da dislessia, contro il provvedimento con cui il Consiglio dei docenti del suo istituto aveva deciso la sua non ammissione alla classe successiva. I genitori del ragazzo sottolineavano che i professori non avevano minimamente considerato la patologia del figlio, limitandosi a tener conto dei risultati insufficienti in quasi tutte le materie. Secondo i professori e il dirigente scolastico, la bocciatura avrebbe dovuto consentirgli di consolidare le sue conoscenze proprio nelle materie in cui aveva mostrato le maggiori difficoltà. Il Tar ha invece smentito quest’impostazione, e, richiamandosi anche ad alcune indicazioni del Ministero dell’istruzione, ha annullato il provvedimento, in quanto “il consiglio dei docenti, in sede di formulazione del giudizio finale sull’alunno affetto da disturbi di apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia). certificati da diagnosi specialistica, deve tener conto di tutti gli altri elementi di valutazione imposti dalla legge, diversi da quello prettamente tecnico dell’esito dei risultati tecnici conseguiti”.