Quando, alla festa a casa di Clara mi presentarono Enrico, un tizio di cui non avevo mai sentito parlare, mi limitai a rispondere con un sorrisetto di convenienza, nulla più, ma era evidente che avevo fatto colpo su di lui anche se non posso dire sia stato reciproco: a prima vista un tipo insignificante. Capisco che dopo che mi ero lasciata da quasi un anno da Gianluca, il classico figo, era da tempo che cercavo un uomo con cui avere una storia e che le mie amiche facevano a gara per presentarmi quello che a detta di loro sarebbe stato l’uomo giusto per me, ma a tutto c’è un limite, Enrico non mi piaceva anche se devo ammettere che aveva un bel fisico ed era simpatico, ma con il resto non ci azzeccava proprio, per dirlo in una parola, demodé. Clara me lo indicò come un tipo diverso esaltando le sue qualità, effettivamente non erano niente affatto trascurabili, ma non era il mio tipo. Decisi tuttavia di intrattenermi quel poco che basta per non apparire scostante.
Devo dire a suo vantaggio che aveva un ottimo eloquio e non era per nulla banale, non era fissato col calcio o la formula uno, argomenti che con Gianluca avevo dovuto approfondire per non fare la parte della scema. No ad Enrico interessavano argomenti che la maggior parte delle mie conoscenze solitamente snobba e non si vergognava del suo disinteresse per tutto quanto fosse più gettonato. Ciò non mi dispiaceva affatto e tutto sommato non era poi così spiacevole da guardare, sì, non era quello che va più per la maggiora, ma devo ammettere che ero anche un po’ stanca dei soliti bellimbusti stereotipati infatti avevo lasciato Gianluca per questo motivo, lo trovavo esteticamente di mio gradimento, ma interiormente vacuo, tutto l’opposto di Enrico. Cominciai così a rivedere alcuni miei canoni estetici e gradualmente mi accorsi che il mio tipo in realtà non era il mio tipo ma quello che volevo, volevano, che lo fosse. Iniziai così a frequentarlo e dopo non molto tempo potei rendermi conto che in realtà il mio tipo era quello che credevo non lo fosse. Trascorso un anno di frequentazioni ci sposammo e dopo dieci anni di matrimonio me lo risposerei senza pensarci due volte. Questa confessione la faccio per suggerire a tante ragazze di interrogarsi bene sui propri gusti ed appurare se ciò che riteniamo ci piaccia lo sia davvero e non perché le mode del momento lo dettano.
Mnemosine di Max Bonfanti ©Riproduzione riservata