Qual è la pena più assurda del mondo per uno stupro? Falciare un prato

da | Ott 27, 2013 | Testimonianze e contributi

Kenya: una ragazza paralizzata, gli stupratori rilasciati

 

Liz, una ragazza di 16 anni, ha subìto uno stupro di gruppo così violento da essere rimasta paralizzata su una sedia a rotelle. Ma invece che arrestare gli stupratori, la polizia li solo costretti a falciare un prato per poi rilasciarli! I gruppi per i diritti delle donne ci chiedono di denunciare questo scandalo in tutto il mondo per aiutarli ad ottenere giustizia. Firma ora per impedire che altre donne possano subire una sorte simile a quella di Liz:

Liz stava tornando a casa dopo il funerale di suo nonno quando è stata attaccata da sei uomini che l’hanno violentata uno dopo l’altro per poi scaraventarla, priva di sensi, giù per una latrina profonda 6 metri. E qual è stata la loro punizione? Falciare il prato della stazione di polizia e poi venire rilasciati!

La terribile vicenda di Liz ha sconvolto il Kenya e ora politici e polizia sono sotto una enorme pressione pubblica a cui devono in qualche modo rispondere. Ma secondo le associazioni per i diritti delle donne che lavorano in quel Paese, non succederà niente a meno che il governo non venga sottoposto a una pressione ben più grande a livello internazionale. Ci chiedono di aiutarle a ottenere giustizia e a fare in modo che questa storia tragica possa diventare invece un punto di svolta per mettere un argine al tasso vertiginoso di stupri in Kenya.

Nessuno finora è stato ritenuto colpevole, nè gli stupratori, nè i poliziotti. Ma oggi abbiamo una possibilità per far cambiare le cose. Mobilitiamoci tutti, subito, dalla parte di Liz, prima che i responsabili la facciano franca. Clicca qui sotto per ottenere giustizia per Liz e per aiutare a fare in modo che nessun’altra donna, dovunque si trovi, soffra per queste violenze:

http://www.avaaz.org/it/justice_for_liz_loc/?bhIIDfb&v=30708

La madre di Liz ha raccontato che i violentatori sono tornati a casa sua per deridere la sua famiglia. Si comportano come se fossero al di sopra della legge, e in effetti hanno ottime ragioni per credersi tali. A causa di requisiti burocratici assurdi, la polizia ha archiviato la violenza subita da Liz come una semplice “aggressione” e ha poi chiesto alla madre di “ripulirla”, distruggendo le prove dell’accaduto. Ora i suoi stupratori sono liberi e Liz si ritrova su una sedia a rotelle.

Quanto accaduto a Liz è un esempio estremo di un problema molto più esteso. In Kenya, due terzi delle ragazze in età scolare e la metà dei loro coetanei maschi ha subìto abusi sessuali. E qualche mese fa, una corte keniota ha emesso una sentenza storica, giudicando la polizia colpevole di non adempiere al suo dovere e obbligando le forze dell’ordine a rispettare la rigorosa legge nazionale contro gli stupri. Lo stupro è illegale ovunque, ma troppo spesso queste leggi semplicemente vengono disattese dagli uomini incaricati di proteggere le nostre figlie. A cominciare da Liz e dalla sua storia, possiamo cambiare questo stato di cose.

La polizia sostiene di non avere fondi nè addestramento adeguati per difendere la legge. Ma non c’è bisogno di alcun addestramento per capire che tagliare un prato non è la punizione adeguata per uno stupro. Se con il nostro aiuto questi uomini e la polizia verranno chiamati a rispondere delle loro azioni, possiamo creare un precedente che obbligherà la polizia a trattare lo stupro come un crimine grave, non più un reato minore. Firma subito: vogliamo giustizia per Liz e la fine della guerra alle donne:

http://www.avaaz.org/it/justice_for_liz_loc/?bhIIDfb&v=30708

I membri di Avaaz si sono mobilitati in numeri record per combattere gli stupri in tutto il mondo. Recentemente, per esempio, abbiamo portato il governo indiano ad impegnarsi in una campagna di educazione nazionale da svariati milioni di rupie per combattere la piaga in quel Paese. Non potremo mai cancellare quanto successo a Liz, ma possiamo impedire che succeda di nuovo. Entriamo subito in azione!