“Quando non ci saremo più noi sopravvissuti ci saranno i ragazzi, la speranza di domani”

da | Gen 26, 2023 | L'opinione

 

Il futuro della Memoria continua ad essere, alla vigilia del 27 gennaio, uno dei temi su cui riflettono i quotidiani, dopo le parole preoccupate della senatrice a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre. In prima pagina del Corriere, l’appello di Sami Modiano, sopravvissuto ad Auschwitz: “Non smettete di raccontare quell’orrore”. Nell’ampia intervista, Modiano si dice ottimista sul futuro: “quando non ci saremo più io o Liliana Segre o gli altri sopravvissuti, ci saranno i ragazzi, la speranza del domani. Non sapete quante lettere e telefonate mi arrivino da loro. Sono stato a lungo demoralizzato e chiuso in me stesso, ho attraversato lunghe fasi di depressione, ma tutto è cambiato quando ho iniziato a parlare e, da vent’anni a questa parte, sono un uomo più felice. Quando sarà il mio momento me ne andrò in pace sapendo di avere lasciato ai giovani la mia testimonianza. E non solo a loro, anche agli insegnanti e a tutte le persone volenterose. Promettetemi che continuerete a raccontare”.
In prima pagina su La Stampa invece è Concita De Gregorio a lanciare un appello, riflettendo sulla poca attenzione, nell’era dei social, diamo alle parole: ascoltate Liliana Segre, scrive De Gregorio, in modo che la Shoah non rischi in futuro di diventare solo una riga nei libri di storia.

Il Giorno della Memoria. Nelle diverse pagine locali si annunciano le molte iniziative organizzate nelle città italiane per ricordare il Giorno della Memoria. Il Corriere Roma presenta, tra i diversi appuntamenti, l’inaugurazione alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione Museo della Shoah, della mostra “L’inferno nazista. I campi della morte di Belzec, Sobibor e Treblinka”, a cura di Marcello Pezzetti. Su Milano il Giornale riporta della due giorni di porte aperte – a partire da oggi – del Memoriale della Shoah e il concerto di questa sera al Conservatorio Verdi. A Firenze, scrive Repubblica, ci sarà domattina alle 9 la cerimonia alla stazione Santa Maria Novella, dal quale il 9 novembre 1943 partirono i convogli con i prigionieri ebrei diretti nei lager. A Torino sempre Repubblica presenta la mostra al Polo del ‘900 Oltre le ceneri, dedicata alle sinagoghe dell’Europa orientale, e il concerto Leichaim di scena questa sera al teatro Alfieri (a parlarne uno dei protagonisti, il cantante Raiz, che al quotidiano racconta anche del suo rapporto con l’ebraismo). Domani mattina a Palazzo Ducale, a Genova, si terrà la cerimonia ufficiale e nell’occasione saranno consegnate le medaglie d’onore del presidente della Repubblica ai cittadini italiani deportati e internati nei campi di concentramento e ai loro familiari (Repubblica). Napoli invece il 27 inizierà con le istituzioni locali, assieme alla Comunità ebraica, a portare una corona di fiori a largo Luciana Pacifici e a piazza Bovio, dove sono deposte le nove pietre d’inciampo cittadine.

La Sapienza e il ’38. L’Università La Sapienza ha scelto di pubblicare online i propri documenti interni sugli effetti delle leggi razziste del 1938 sugli studenti e docenti ebrei che all’epoca frequentavano l’ateneo. Carte, evidenzia lo storico Umberto Gentiloni in un lungo articolo su Repubblica, “da cui emerge tutto il loro burocratico orrore”. Il portale ospita attualmente i primi 67 fascicoli (61 uomini e 6 donne) di persone cacciate. “Altri fascicoli e altro materiale documentario saranno caricati con il procedere del lavoro, arricchendo la base dati e aprendo nuove opportunità di ricerca. Si conferma – sottolinea Gentiloni – il risvolto in apparenza neutro, burocratico e asettico dell’applicazione del dispositivo legislativo, quando si leggono i nomi delle vittime nei verbali, i richiami ai nuovi insegnamenti da introdurre (‘biologia delle razze umane’) o quando si rifiuta un ciclo di conferenze di un docente sgradito ‘non essendo di razza ariana’. La banalità del male emerge come cifra prevalente”.

Dopo la guerra. Sulle pagine del Sole 24 Ore, la scrittrice Lia Levi, in un testo rivolto ai più giovani, ricorda il ritorno a casa della sua famiglia, dopo essere scampata alle persecuzioni. Nella Roma liberata, scrive Levi, una “bambina un po’ cresciuta” “si aspetta dalla vita solo girandole luminose. Ma davvero si può pensare che, una volta abbattuta la tirannia, tutto ritorni come prima così, di colpo, come con la bacchetta magica della Fata Smemorina?”. Il racconto prosegue, parlando delle difficoltà di quel rientro in una casa non più familiare. Sul Corriere della Sera Frediano Sessi racconta invece la storia di Luigi Ferri, sopravvissuto a Birkenau da bambino grazie all’intervento di un medico ebreo austriaco, Otto Wolken. Ferri, si legge, ha scelto il silenzio pubblico sulla propria storia. Un silenzio, scrive Sessi, che “ci dice quanto grande sia il dolore e la ferita di un salvato. Nonostante tutto, i sommersi del lager vivono ancora dentro di lui”.

Il triangolo rosa. Tra le vittime della persecuzione nazista c’era anche gli omosessuali, identificati nei lager con un triangolo rosa. A ricordarne il tragico destino, Elena Loewenthal su La Stampa, tra le relatrici di un incontro che si terrà oggi al Circolo dei Lettori di Torino. “Il triangolo rosa era concepito come stigma di appartenenza a una comunità considerata spregevole e al tempo stesso come un avvertimento sociale: quell’orientamento sessuale ‘sbagliato’ era pericoloso per contatto, imponeva l’isolamento e una diffidenza che avrebbe dovuto accomunare i carnefici e le altre vittime, quelle che portavano triangoli di colore diverso. – scrive Loewenthal – Ma la vita, a volte, è più forte della morte e all’indomani della fine di quell’orrore il triangolo rosa divenne il simbolo della lotta per la liberazione omosessuale”.

Antisemitismo. Nasce a Firenze il Centro per gli studi europei contro l’antisemitismo (Cesca). L’inaugurazione avverrà oggi nel corso del convegno in videoconferenza “Il ricordo della Shoah nel comune impegno morale contro l’antisemitismo” che sarà aperto, da Palazzo Vecchio, dal sindaco Dario Nardella e da Gerusalemme dal vicesindaco Fleur Hassan-Nahoum. Il nuovo centro, spiega Repubblica Firenze, ha come cofondatori e copresidenti Fiamma Nirenstein, già parlamentare e vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Camera e membro del Jerusalem Center for Public Affairs, e il console onorario di Israele a Firenze Marco Carrai.

Segnalibro.Per un mese il Corriere esce in edicola con il libro Ultima fermata: Auschwitz – Storia di un ragazzo ebreo durante il fascismo di Frediano Sessi, romanzo dedicato alla storia di un bambino ebreo italiano – Arturo Finzi – dalle leggi razziste alla deportazione ad Auschwitz.

Sport e Memoria. Il destino di Leone Efrati, pugile romano deportato ad Auschwitz e assassinato a Ebensee, è al centro del libro La piuma del ghetto di Antonello Capurso, presentato oggi da Avvenire. Sulle stesse pagine si parla della riscoperta della figura del ferrarese Gino Ravenna, atleta ebreo che prese parte ai Giochi di Londra dei 1908 e fu ucciso ad Auschwitz.

di Daniel Reichel, pubblicato su Bokertov