La gravità e la serietà che la sfida della pace ci pone oggi meritano un approccio multidisciplinare attento e scrupoloso, che però non ceda nulla alla vecchia logica secondo la quale per studiare la pace bisogna sapere di guerra. Il cammino faticoso della pace attraversa le strade impervie della relazione e della comprensione, dell’educazione e della coscienza, dell’informazione corretta come di un’economia di giustizia. E non sono che alcuni esempi.
Perché “quando si dice pace” si scommette su un terreno accidentato ma vitale che richiede anche passione, dedizione ed empatia. In questo senso non ci si muove semplicemente nell’ambito di un chiarimento semantico e lessicale, ma piuttosto ci si sforza di intravedere itinerari nuovi e definire percorsi. Pace non è l’antitesi di guerra, ma piuttosto il nome della pienezza e della felicità. Bisogna imparare a solcare tutti gli affluenti del fiume della pace fino ad allontanare il rischio delle facili contraffazioni e della semplificazione.
È il ruolo che è chiamato a svolgere il mondo della ricerca per offrire nuovi strumenti di lavoro e di responsabilità alla politica e a tutti gli ambiti della vita sociale. Il volume, attraverso un approccio multidisciplinare e interdisciplinare dei diversi saperi sul tema della pace, offre una visione prospettica nella quale emerge il senso e la complessità delle diverse questioni e dei nodi problematici che richiedono risposte non certo di natura retorica ma incanalati nel rispetto dei diritti umani e nella costruzione di una cittadinanza globale e consapevole.