“Questa o quella per me pari sono”

da | Nov 11, 2022 | L'impertinente

Chissà cosa avrebbe detto oggi quella canaglia del Duca di Mantova (Rigoletto) uno che delle donne aveva un bassissimo concetto,nello scegliere di votare una candidatura femminile.
Quello che è sicuro, con le forze politiche in campo, con la situazione sociale ed economica che il Paese sta attraversando avrebbe dovuto ricredersi  sul concetto di“pari”.
Perché questo presupporrebbe una medesima volontà di azione, di intenti, di visione. Un’insieme di buona volontà e responsabilità, la realizzazione condivisa di un progetto comune a cui spesso si fa riferimento nel generale dibattito.
Quando si entra poi nello specifico, nella scelta finale, gli steccati si rialzano dimostrando che la “parità” non esiste ed ogni persona porta con sé un bagaglio culturale,  la propria storia.
Su questa base ad esempio si è molto discusso sulla elezione dell’attuale Presidente del Consiglio.
C’è stato chi  l’ha sostenuta, apprezzata, accettata e chi l’ha combattuta, denigrata, etichettata.

Ed ecco presentarsi un’altra candidatura femminile di peso. Che interessa una grande Regione del Paese come la Lombardia e perciò assume un valore territoriale ma anche nazionale  nel quadro politico.

Parliamo di Letizia Moratti.
Diamine se non ha un curriculum eccellente! Anche in politica i gradi se li è guadagnati con gli incarichi rivestiti: Ministro dell’Istruzione, Prima donna eletta Presidente Rai, prima donna sindaco della città di Milano, assessore alla sanità  e vicepresidente della Regione Lombardia.
Donna illuminata e politicamente apprezzata da tutti si è sempre collocata nella storia e nei valori del centro destra tranne oggi che si candida alla guida della Regione Lombardia con il Terzo Polo di Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi.

Ma Letizia Moratti è “questa o quella”?
A ragione, Livia Turco, esponente storica della sinistra che dice: Non credo che il PD possa sostenere la candidatura di Letizia Moratti, una donna di valore e stimabile ma coerente con la storia ed i valori del Centro Destra..Apprezzabile e molto significativo che lei si dimostri preoccupata di uno scivolamento a destra del suo schieramento politico. Altrettanto evidente e’ che la sua rottura con quello schieramento è motivata dalla sua mancata candidatura a Presidente della Regione. Diverso sarebbe stato se Letizia Moratti avesse preso le distanze dall’attuale destra centro portando argomenti, attrezzandosi per una battaglia politica e avviando con lo schieramento di centro sinistra un dialogo su valori e programmi. Non si può considerare il PD e la sinistra come stampella su cui appoggiare la propria ambizione di diventare Presidente della Regione..non si può considerare la sinistra un serbatoio di voti e non invece un soggetto politico con una storia, dei valori, un popolo di donne e uomini..”

E poi, se qualcuna ha accusato la Meloni di non essere donna-femminista perché avrebbe usato-usa le tecniche maschili per arrivare dove è, la Moratti che cosa sta facendo se non proprio usare quello che da sempre i politici hanno usato, il sistema del salta fosso pur di raggiungere consenso e potere. Ma se da destra va a sinistra va bene e viceversa no? Per ogni scelta ci sarà sempre chi non condivide. Insomma essere donna significherà sempre rimanere intrappolate in schemi che vanno bene per tutti tranne che per loro?

Più in generale, tutti i bei discorsi sulla rappresentatività femminile,  sulla democrazia paritaria, si arenano quando una donna si colloca politicamente da un’altra parte.  Se era brava prima, dopo non lo è più. Piuttosto un’intraprendente  intrusa, una collusa, un’opportunista.

La Meloni è fascista e la Moratti appartiene per storia ad una dinastia di petrolieri.
Si obietta che la Moratti ha agito anche nel sociale, ha usato la sua ricchezza e il suo potere anche per il bene allora perché non credere che anche Giorgia Meloni possa “ravvedersi”? Insomma possibile che si ragioni sempre con due pesi e due misure?
E se fosse vero che le donne di destra fossero più libere, meno legate a logiche di partito?
I politici della sinistra, gli attuali “sinistrati”, che hanno sempre osteggiato le loro donne salvo fare tanti discorsi velleitari e tante promesse non mantenute, che oggi si dicono contrari alla candidatura Moratti, potrebbero forse anche diventare possibilisti pur di indebolire la destra e non spaccare il loro partito, il PD, grazie ad accordi alchemici che confonderebbero ancora di più gli elettori.

E poi e più in generale come mai le donne “movimentiste”non dicono niente?
Forse perché Letizia Moratti, non proclamandosi né di destra né di sinistra, ma offrendo la propria candidatura per un progetto largo mette in difficoltà?
O forse meglio non esporsi né pro né contro verso una donna-coacervo di cui è difficile prevedere le prossime mosse, nonostante la voglia di una diversa rappresentanza?