La cronaca ci fornisce lo spunto per parlare della pericolosa repressione interiore di cui molte persone sono prigioniere: abbiamo sentito parlare più volte di stragi e spesso queste vicende si classificano come azioni di uno squilibrato, in realtà non si tratta sempre e solo di questo.
Noi, uscendo da situazioni così estreme, prendiamo in considerazione come sempre la quotidianità senza spingerci a casi di sangue. Ci sarà capitato di assistere ad un’esplosione improvvisa di ira da parte di una persona considerata tranquilla, ma anche da parte di un bambino: nessuno dei due è impazzito. Spesso si cova la rabbia e il rancore per molto tempo fin quando un evento catalizzatore fa si che esplodano improvvisamente lasciando stupiti i presenti, semplicemente perché nessuno aveva saputo cogliere le avvisaglie e neppure i sintomi del malessere.
Ciò accade sia tra le pareti domestiche sia nelle aule scolastiche, accade anche che chi tace e sopporta venga ulteriormente appesantito da rimproveri perché troppo silenzioso o tra le nuvole, in realtà spesso cerca di isolarsi per non esplodere. Come insegnava Aristotele, il seme del melo ha in potenza la possibilità di diventare frutto e ciò si realizza soltanto se tutte le condizioni sono favorevoli, la stessa cosa accade alla nostra mente: può esserci la possibilità di commettere gesti inconsulti se tutte le condizioni lo favoriscono.
Pertanto se un bambino mostra inquietudine cerchiamo di aiutarlo donandogli equilibro, stato che si può realizzare infondendo una giusta dose di libertà e di regole. Se un bambino è un disturbatore può significare che ha bisogno di maggiore libertà di movimento o di espressione, ma anche se sta troppo zitto non significa che sia necessariamente un pacifico, può voler dire che si sente soffocare da un’eccessiva dose di regole. Per migliorare questo stato di cose è necessario che fin dall’infanzia si impari ad esprimere il più possibile, a parole, il nostro mondo interiore.
Maria Giovanna Farina