Risponde di violenza sessuale di gruppo la nonna che tace gli abusi sui nipoti
La cassazione conferma la condanna per condotta omissiva inflitta a una 48enne di Palermo
Principio analogo espresso da altre sentenze Consulta massima e sentenza relative all’articolo
Commette violenza sessuale di gruppo la nonna che tace gli abusi sui suoi nipotini. Esiste infatti un obbligo giuridico, oltre che morale, di intervento in caso di compromissione dello sviluppo psico-fisico dei bambini da parte dei genitori. Il monito arriva dalla Corte di cassazione che, con una sentenza del 27 settembre 2011, ha respinto il ricorso di una donna che ha assistito ripetutamente ad abusi sessuali sui nipoti.
Il caso. Una palermitana di 48 anni è stata frequentemente spettatrice di atti sessuali su i nipoti minorenni, da parte della madre degli stessi, dunque sua figlia, e di alcuni suoi conoscenti. A tali incontri la donna è stata più volte accompagnata dall’altra figlia minorenne, anch’essa spinta nei “giochi”, chiamati “obbligo o verità”, che gli adulti imponevano loro. Dal racconto dei bambini alla psicologa è emersa la pluralità e la varietà degli atti sessuali realizzati su di loro. Insomma una spettatrice inerte nella “casa degli orrori”.
Gli ermellini in linea con il pensiero della Corte di appello, hanno confermato la condanna inflitta alla ricorrente accusata di condotta omissiva: pur essendo a conoscenza dei fatti la donna non li ha né impediti, né denunciati.
I giudici di legittimità hanno asserito che «una madre che assiste a detti fatti ha un preciso dovere giuridico, ossia quello di vagliare su un armonioso sviluppo della prole anche per quel che attiene alla realizzazione della personalità sotto il profilo sessuale».