#statigeneralidonne #europadelledonne
Evento inserito nel Calendario delle iniziative istituzionali relativo al 60° anniversario dei Trattati di Roma
22 maggio, Roma
Sala della Stampa Estera,Via Dell'Umiltà 83 c
dalle 9 alle 19
Per registrarsi all'evento :https://www.eventbrite.it/e/biglietti-leuropa-che-verra-statigeneralidonne-europadelledonne-31807795974
ore 9 – Accreditamento
ore 9,30 – Apertura dei lavori
Iniziamo con una fiaba,Caterina Condoluci presenta “La casetta color senape”, da confermare
Abbiamo invitato la Viceministra Teresa Bellanova.
Video di saluto on. Alessia Mosca
Video di saluto on. Lara Comi
Isa Maggi, L'Europa che verrà
On. Elena Centemero, L'Europa e le donne
Rosaria Nelli, Pina Rosato, I progetti in corso
Carmen Russo, Il progetto Wow del Fab Lab di Catania.
Marilù Chiofalo, “Ripensare ad una nuova formazione per nuove generazioni”.
Maria Pia Rossignaud,”Informazione fra libertà – regole – post verità e menzogne”
Linda Laura Sabbadini, “Le geometrie variabili dei numeri rosa”
Selena Pellegrini,Stile, eleganza, visione, intraprendenza, coraggio, senso estetico, empatia,il made in italy
Filomena Tucci, simbolo di una generazione riconnessa, “Soft Revolution”
Federica Ferro, Un progetto di cooperazione con l'Africa.
Sabina Passamonti, “Ora non si parte più da zero” presentazione di “The Big Step from Research to Innovation 2007-2013 a Social Report and the Legacy of the Cross-Border Strategic Project Trans2Care”
Alle ore 13
– Premiazione “Donne che ce l'hanno fatta”, con Francesca Guinand
Alle ore 14
– Degustazioni di cibo “Ande &Mediterraneo”, a cura di Elsa Javier
Il lavoro prosegue fino alle 19 con i gruppi di lavoro:
– Creare il lavoro,ripensare a programmi di istruzione di formazione,sviluppare
l'imprenditorialità e la leadership, con Barbara De Amicis
– Favorire l'empowerment economico delle donne, Antonella Chiusole e Margherita Cogo
– Guerra, pace, democrazie, risoluzione dei conflitti
– Scienza,Tecnologia, Ingegneria,Matematica & Lettere, Filosofia, Arte
– Welfare state, salute, stili di vita, alimentazione, rispetto, non violenza, Donatella Noventa e Maria Grazia Carbonelli
– Le città, nuove economie per il futuro
– Migrazioni,confini, nuove prospettive con Amelia Crucitti
Con Mirella Ferlazzo, Graziella Rivitti, Laura Moschini, Marika Cefalù,Roberta Bortolucci, Maria Anna Fanelli,Antonella Viceconti, Sabrina Fattori,Maria Teresa Lippiello,Meri Marziali,Silvia Gazzotti, Marta Ajò,Roberta Donati, Silvia Vignati, Chiara Cattani,Elisabetta Addis,Celia Pariona
Concept
Gli Stati Generali delle Donne intendono superare l'aspetto celebrativo ed intendono interrogarsi sullo stato attuale delle istituzioni comunitarie, cercando di capire se sarà possibile e come rilanciare il grande progetto europeo attraverso una analisi approfondita delle criticità e la costruzione di un laboratorio per esaminare le prospettive di rilancio, con il ruolo attivo delle donne, protagoniste del cambiamento.In molti Paesi del mondo le donne ancora richiedono il consenso del marito per lavorare. In decine di altri, alle donne è vietato aprire i propri conti bancari, ereditare proprietà di famiglia o svolgere gli stessi lavori degli uomini. Anche in molti Paesi dell'Europa le condizioni di vita e di lavoro delle donne rasentano l'assurdo. Anche in Italia la situazione non ci è favorevole.
Che risposte ci daranno i potenti della Terra?
Eppure quando le donne sono ammesse a partecipare al mercato del lavoro e a migliorare i propri standard di vita, sono in grado di liberare se stesse e la propria famiglia dal ciclo della povertà. Ma c'è ancora un troppo piccolo numero di donne che lavora in posti di lavoro di rilievo e prende decisioni, rispetto agli uomini.Con il G7 di Taormina e il prossimo G20 di Berlino è arrivato il momento per noi donne degli Stati Generali di chiedere e pretendere misure concrete per ottenere più donne nel mondo del lavoro e creare una reale uguaglianza di genere.E 'importante che chiediamo di accelerare e di realizzare nuovi impegni per creare un mondo in cui nessuna/o sia lasciata/o indietro. Ma è altrettanto importante che ricordiamo loro le promesse che i leader mondiali hanno fatto in passato. Abbiamo bisogno di ricordare loro che non abbiamo dimenticato e che ci aspettiamo da loro di onorare i loro impegni.In tutto il mondo ci sono ancora poche donne che lavorano in posti di lavoro retribuiti in modo dignitoso e di qualità rispetto agli uomini. Questo è un grave ostacolo al raggiungimento di una reale uguaglianza di genere.Nel 2014, il G20 si era impegnato a ridurre il divario nei tassi di partecipazione alla forza lavoro femminile del 25% entro il 2025. Portare avanti questo impegno ha il potenziale per consentire a più di 100 milioni di donne di guadagnare il proprio reddito,vivere dignitosamente e prendere decisioni sulla propria vita personale e famigliare .Argentina, Brasile, India, Indonesia, Sudafrica e Messico hanno i tassi più bassi di partecipazione al lavoro femminile all'interno dei paesi del G20. Occorre che si chieda di introdurre politiche e riforme per ottenere più donne nel mondo del lavoro e creare una reale uguaglianza di genere.Ma se continuiamo con ‘business as usual’ ci vorranno più di 100 anni per colmare il divario tra uomini e donne nel mondo del lavoro.
Chiediamo di adottare il “Patto per le Donne” che contiene politiche per consentire alle donne di entrare sempre più numerose nel mercato del lavoro e di attivare misure per garantire alle donne un lavoro dignitoso. Solo migliorando l’accesso delle donne al mercato del lavoro aumenteremo la crescita e ridaremo equilibrio al sistema economico: in Italia, la correlazione fra stagnazione e bassa partecipazione delle donne al lavoro appare troppo smisurata.I progressi delle donne, in particolare nelle società avanzate, sono stati enormi nell’ultimo mezzo secolo ma ci vorranno ancora parecchi decenni per arrivare a una reale parità.Ormai è chiaro a tutti questione «femminile » non è soltanto una questione di diritti. È una delle condizioni essenziali per uno sviluppo sostenibile delle nostre economie. Fare leva sulle donne, cominciando dalle ragazze, è essenziale contro il declino ed una ricetta anti crisi.Se gli uomini continueranno a vedere nell’ascesa delle donne una minaccia al loro potere perderemo una leva potente di sviluppo, sprecando più della metà del capitale umano. Se gli uomini, invece, diventeranno gli “illuminati”, “i neo-femministi” di questo tempo, allora avremo tutti e tutte maggiori opportunità do vivere meglio e minore disuguaglianza.Occorre che più donne diventino “Donne di governo”, donne preparate, con alte competenze per assumere decisioni impegnative sullo sviluppo, sulla sicurezza, sui processi in atto di migrazione,sul lavoro.La Presidenza italiana del G7 ha deciso di promuovere una road map che contiene impegni specifici e misurabili su temi che riguardano il potenziamento delle capacità delle donne: dalla formazione digitale, al superamento della disparità dei salari,alla creazione di nuovo lavoro, alla tutela della salute soprattutto in età riproduttiva Si discuterà come introdurre, nelle politiche economiche e sociali, il bilancio di genere. Al tempo stesso, verranno assunte decisioni comuni per contrastare la violenza contro le donne, incluso il traffico illegale e forzato di ragazze africane e asiatiche.
La battaglia per il futuro delle donne e delle ragazze, della loro formazione ( Stem + A) del loro lavoro, della loro sicurezza, del loro ruolo nella società, non è una pura rivendicazione «di genere». È la battaglia che da tempo stiamo conducendo per un futuro mondo ideale, economicamente e socialmente sostenibile.Per vincere tale battaglia e’ indispensabile sottoscrivere il “Patto per le Donne”. E' importante che i governi, la società civile, le donne di tutte le regioni e territori e il sistema delle imprese si muovano nella stessa direzione, assumendo ciascuno la propria responsabilità.Solo così, in un G7 e in G20 che vede “le donne come risorsa fondamentale”, la road map non resterà, ancora una volta, sulla carta.
Un'attività verso l'Africa
A Roma Federica Ferro ci racconterà del viaggio che si è appena concluso in Costa D'avorio. Federica ha incontrato YOUBOUE AFFOUE AHOUTOU BRIGITTE, Fondatrice e attuale Presidente dell’ONG Progrès Universel, conosciuta come Brigitte di Djébonoua è una Donna che da più di trent’anni è motore di cambiamento, che ha cambiato le sorti delle vite di migliaia di persone soprattutto donne e bambini di una zona rurale della Costa d’Avorio.
Abbiamo conosciuto Brigitte ad Aosta, premiata dal Consiglio regionale con Chantal Certan.Vogliamo meglio conoscere la storia di Brigitte e capire come sostenerla nella commercializzazione della manioca. Brigitte abita in un’area a circa 20 km dalla città di Bouakè dove gli uomini sono assenti per la maggior parte dell’anno perché occupati nei campi di cacao e di caffè al sud.
Un’area dove per molti mesi le donne hanno totalmente il mantenimento dei loro figli e degli anziani che rimangono al villaggio. Brigitte ha concesso loro una svolta di vita, una vera e propria rinascita.
Senza una reale guida da seguire, Brigitte, madre abbandonata dal marito, ha ripreso in mano la sua vita lottando per uscire dalla povertà. Con un carisma e uno spirito imprenditoriale innati ha raggruppato le donne del proprio villaggio e poi di quelli limitrofi in una cooperativa. Brigitte ha fatto sì che da un’agricoltura di sussistenza, dove i grossisti decidevano il prezzo d’acquisto dei prodotti agricoli locali, si cambiasse rotta. Organizzandosi in cooperativa, centinaia di donne, guidate da Brigitte, hanno avuto la possibilità di acquistare sementi e terreni a prezzi convenienti e avere la
forza contrattuale di stabilire un prezzo equo del prodotto coltivato, soprattutto manioca, riuscendo così ad ottenere il surplus da reinvestire nel settore agricolo.
Ma Brigitte ha anche costruito scuole dove studiano centinaia di bambini altrimenti destinati all’analfabetismo e a diventare vittime della criminalità locale; si è battuta per la sua gente durante la guerra e per questo ha subito violenze, soprusi e umiliazioni dai soldati ribelli, ma questo non l’ha fermata. Ha continuato a realizzare progetti di sviluppo locale avviando attività generatrici di reddito come le scuole di tessitura e cucito, il maquis (ristorante comunitario) che funge da luogo di aggregazione. Ora sta costruendo 3 piccoli ospedali in zone rurali remote ai margini della savana, per garantire l’accesso alle cure primarie dove esiste solo lo stregone del villaggio a curare centinaia di persone.
Brigitte ha valorizzato al massimo il ruolo delle donne, ha difeso con forza i suoi diritti e quelli di migliaia di bambini stravolgendo completamento un sistema complesso di valori ancestrali che vedevano nell’uomo al centro. Brigitte è oggi il vero capo-villaggio di Djébonoua riconosciuto da tutti i suoi abitanti. Ha dimostrato, con una modestia incredibile, di essere un modello di riferimento che incarna valori universali di amore e di solidarietà. Ha saputo accompagnare migliaia di persone in un cambiamento culturale che ha abbracciato l’organizzazione sociale e l’assetto economico anche attraverso l’avvio di microcrediti. Ha affermato l’identità femminile, creando nuove professioni e migliorando quelle esistenti.