Sempre più donne nel continente africano stanno sostituendo presidenti corrotti o guerrafondai. È ciò che come sta accadendo nella Repubblica Centroafricana che da ieri ha la sua nuova presidente, Catherine Samba-Panza, sindaca della capitale
Deponete le armi. Queste le prime parole di Catherine Samba-Panza, sindaca della capitale Bangui dal 2011, eletta lunedì 20 gennaio a presidente di transizione dal parlamento centrafricano. Ha ottenuto al secondo turno 75 voti nel ballottaggio, contro i 53 di Kolingba, secondo degli otto candidati in lizza. La prima presidente donna del Paese, 60 anni il prossimo giugno, ha lanciato un appello di pace chiedendo ai cittadini (“figli” come li ha definiti lei stessa) anti-Balaka ed ex-Seleka un segnale forte deponendo le armi definendosi la presidente di tutti e tutte, nessuno escluso.
Le elezioni della nuova Presidente della Repubblica Centrafricana sono avvenute dopo l'inizio del vertice straordinario della Ceeac (Comunità economica degli stati dell'Africa centrale), cioè dei Paesi vicini al Centrafrica, aN'Djamena, in Ciad, domenica 19 gennaio, per discutere sulla tragica situazione aBangui, aun mese dall'inizio dell'intervento francese “Sangaris”. A Bruxelles i ministri degli Esteri hanno approvato il lancio di un'operazione militare dell'Unione Europea in Centrafrica in appoggio alle forze africane e francesi, con l'invio di soldati (fino a 500) incaricati di contribuire alla messa in sicurezza di Bangui. Inoltre i Paesi donatori si sono impegnati a sbloccare oltre 500 milioni di dollari per il Centrafrica nell'arco del 2014.
La Presidente sostituisce Michel Djotodia, accusato dalla comunità internazionale di passività di fronte alle violenze che da mesi stanno sconvolgendo il suo Paese. Ha lasciato l'incarico anche il primo ministro Nicolas Tiangaye. Nel marzo del 2013 la coalizione musulmana dei ribelli del Seleka, guidata da Djotodia, ha deposto il presidente François Bozizé.
foto (afp)