Scatta lo stato di adottabilità per il bimbo picchiato anche per futili motivi
Irrilevante la consapevolezza della necessità di cambiare metodi da parte dei genitori, che non si rendono conto della gravità delle condotte
Via libera alla dichiarazione dello stato di adottabilità per il minore oggetto di violenza fisica e psichica da parte dei genitori: non basta la consapevolezza del padre di dover cambiare vita e modo di rapportarsi al figli. Lo ha sancito la Corte d’appello di Bologna sulla base degli approfondimenti istruttori del Ctu richiesti dal tribunale per i minorenni dell’Emilia-Romagna. Per questo, la sezione minorenni della Corte territoriale, in linea con i giudici di primo grado, ha ribadito che «la Ctu è precisamente l’atto d’accusa il più cospicuo contro due genitori sistematicamente violenti»: in questo caso, una violenza psicologica e fisica, fatta di botte anche per futili motivi e di altri maltrattamenti. Insomma: la ricostruzione materiale dei fatti e delle condizioni in cui gli operatori sociali e la Ctu hanno trovato i minori basta per chiarire l’intera situazione. Secondo la Corte di merito, una tale violenza è «la cifra di una profonda incapacità genitoriale, aggravata dall’incapacità di rendersene conto dimostrata dal tentativo di minimizzarla e di screditare i bambini che li accusano». E ancora. Bocciata anche la possibilità di affidare i piccoli a parenti dei genitori entro il quarto grado: in generale, essi dovrebbero provare di aver mantenuto rapporti significativi con i bimbi, pregressi e attuali fra il minore e il predetto parente caratterizzati da una sufficiente autonomia tali da assicurare, direttamente o mediante sostegni esterni, una situazione affettiva, morale e materiale, un adeguato equilibrio psico-fisico e un armonioso sviluppo della sua personalità, naturalmente poi da accertare con riscontri obbiettivi.