Sei sicura che ti ama?
In questi primi incontri di “Vivere con filo-Sofia” gettiamo le basi per mostrare cosa significa davvero affrontare la vita con l’aiuto della filosofia: vuol dire soprattutto avere la mente libera da luoghi comuni. E ciò vale anche nei rapporti d’amore, possiamo dire che il tema dell’amore, così presente nella vita di ognuno, si presta ad esemplificare. “Amor che a nullo amato amar perdona” dice Francesca da Rimini nel celebre discorso del V canto dell’Inferno di Dante. Prendendo spunto da questa considerazione che detta in italiano moderno suona più o meno come “L’amore fa sì che chi è amato a sua volta riami”, desidero porre l’attenzione sulla reciprocità in campo amoroso. Da questa particolare idea nascono convinzioni come quella che, se si ama qualcuno, è scontato che prima o poi si sarà ricambiati; da questa visione si sviluppano stereotipi come quello per cui l’amore ricuce tutte le ferite. Nella nostra battaglia quotidiana contro i luoghi comuni generatori di false idee della mente dobbiamo prendere in considerazione anche questa visione troppo semplicistica e ingenuamente romantica dell’amore. False idee che ben ha messo in luce il filosofo inglese Francis Bacon nel XVI secolo parlandoci di false convinzioni che ci portiamo dietro come parti di noi (gli idola). Se non ci liberiamo dai luoghi comuni, tutti i lati eccezionali della passione amorosa, come il fondersi con l’altro per formare un noi-come-coppia che rafforza la relazione col mondo esterno, rischiano di inquinarsi. Pensiamo a quanto tempo hanno perduto tante donne nell’attesa speranzosa che la persona oggetto del loro amore ricambiasse lo stesso sentimento. Certe attese consumano l’anima ed impediscono il realizzarsi di tutte quelle potenzialità che ogni essere umano ha in dotazione, e che se inutilizzate rischiano di svalutarsi. L’amore non ha in sé capacità curativa, siamo solo noi a poter incanalare questa forza propulsiva e a scegliere di non sprecarla in situazioni che non la meritano. Mi riferisco in particolar modo a tutti qui legami che stanno in piedi grazie al sacrificio di uno solo dei partner, soprattutto quello femminile più portato alla sopportazione e alla sofferenza, che magari attende per anni una promessa mai mantenuta. Consideriamo i tanti “Lascerò mia moglie” o “Non mi sento pronto”: che cosa comunicano? Una mera illusione. Ciò che fa credere a queste parole è anche l’idea utopica che tutto si aggiusterà in nome dell’amore, mentre tante vite si logorano nella sola speranza. L’amore è una potente forza vitale, ciò è stato compreso fin dai tempi più antichi (ad esempio da Empedocle e da Platone), ma quando lo si lascia operare attraverso la pura illusione può diventare una forza distruttiva che fomenta rancore e disillusione, fino ai casi estremi in cui diventa forza omicida. E le cronache sono ricche di testimonianze in proposito.
Maria Giovanna Farina