Serve un percorso di sostegno alla genitorialità per ridurre le tensioni e stabilire un rapporto fra i ragazzi e la compagna e l’altro figlio dell’uomo in modo da tutelare lo sviluppo dei più piccoli – Sentenza 13 gennaio 2016del matrimonio tra due persone separate già da tre anni ha fissato delle condizioni incontrovertibili per il futuro, non solo di carattere economico. Nel caso specifico grande era la con
In caso divorzio pronunciato nei confronti di una coppia separatasi consensualmente e che continua a mantenere un rapporto di estrema conflittualità, in presenza di figli che rifiutano di avere rapporti con il padre che vive ormai in un nuovo nucleo familiare, con un altro figlio, è necessario attivare il servizio sociale territorialmente competente affinché individui gli strumenti necessari per contenere la conflittualità e ristabilire relazioni familiari equilibrate, in particolare tra i figli e il padre e la relativa famiglia allargata, in particolare i nonni paterni, il nuovo fratello e la compagna del padre. La madre dei ragazzi, che pure può non essere la manovratrice del rapporto negativo tra padre e figli, deve avere piena consapevolezza di quanto sia importante per un sano sviluppo dei suoi figli che essi ristabiliscano un adeguato rapporto con la figura paterna, nonché con il nuovo fratello, e che lei e l’ex coniuge trovino uno spazio che permetta loro di seguire un progetto di genitorialità condiviso. È quanto emerge dalla sentenza 18719/15 della prima sezione civile del tribunale di Roma che nel dichiarare la cessazione degli effetti civili del matrimonio tra due persone separate già da tre anni ha fissato delle condizioni incontrovertibili per il futuro, non solo di carattere economico.