Laura Costantini è una giornalista della testata giornalistica della RAI Molise, è autrice di vari libri di narrativa e lotta da sempre per la sorellanza. In questo dialogo ci dà una testimonianza schietta della sua esperienza.
Cosa pensi della sorellanza: come l’hai vissuta nel privato e nel pubblico?
La vivo da sempre perché oltre ad essere una giornalista, scrivo con una mia amica che è Loredana Falcone. Siamo un autore doppio. Abbiamo pubblicato parecchi libri e scriviamo insieme da quando eravamo ragazzine.
Caspita!
Sì, ci siamo conosciute al liceo e non ci siamo mai lasciate. Questa è anche un’amicizia personale, ho fatto da testimone alle sue nozze… siamo a tutti gli effetti sorelle anche se non di sangue. Dal punto di vista professionale ho sempre avuto molto piacere di collaborare con le colleghe sul posto di lavoro, quindi ho sempre cercato di creare collaborazione. Mi batto da sempre contro questa favola per cui le donne non sarebbero solidali tra loro e di conseguenza le collaborazioni tra donne sarebbero quasi impossibili. Personalmente mi sono trovata sempre molto bene.
Sono contenta, la tua è una bella testimonianza anche perché spesso sento di situazioni difficili e non così costruttive…
So che esistono, le ho viste anche accadere e mi sono rammaricata. Per me il successo di un’altra donna è il mio successo.
Quindi tu percepisci la sorellanza, sentimento universale che ogni donna dovrebbe avvertire per le altre, sia nelle situazioni favorevoli che avverse. Il fine ultimo è migliorare la condizione femminile.
Tra l’altro mi impegno da sempre anche scontandola sulla mia pelle. Viviamo in un’epoca in cui quando ci si batte per le donne, contro certi stereotipi, si viene additate: spesso mi classificano come quella che non ha ironia, quella che rompe le scatole, la veterofemminista rimasta attaccata alle manifestazioni degli anni ’70.
Purtroppo gli stereotipi sono duri a morire. Vorrei concludere chiedendoti la tua “ricetta” per migliorare la sorellanza, per sviluppare questo sentimento. Cosa possiamo dire a chi ci legge?
Svilupparlo pensando di non lasciarsi guidare da una cultura che tende a presentarti le altre donne come nemiche, partendo dalle cose spicciole come la conquista del maschio e finendo con la carriera. Una donna è una persona, ci sono persone buone e persone cattive, ma nel momento in cui ci si trova tra donne si dovrebbe avere la forza di guardarsi negli occhi e capire i tratti in comune che sono molti di più di quelli che possono dividere ed essere collaborative.
Fammi un esempio?
La donna che ha figli viene snobbata da sempre da quelle che non ne hanno: quella è una fannullona perché chiede di uscire prima dal lavoro. No, la donna che ha figli ha bisogno di aiuto perché questa società non aiuta le donne con figli. Di conseguenza va aiutata con spazi di lavoro adatti. E dobbiamo essere noi donne a pensarci perché se aspettiamo gli uomini… non andiamo da nessuna parte.
Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata