Siamo Sorelle: dialogo con MariaGiovanna Luini

da | Set 6, 2016 | Interviste e sviste

 

MariaGiovanna Luini, nata nel 1970 è scrittrice, consulente di sceneggiatura e medico. Chirurgo senologo e medico olistico, per quindici anni è stata assistente medico personale di Umberto Veronesi a Milano e con lui ha firmato alcuni libri, ha lavorato con Ferzan Ozpetek al film “Allacciate le cinture” e il suo romanzo più recente è “La luce che brilla sui tetti” (TEA).

MariaGiovanna, nella sua esperienza che cosa è la sorellanza?

Sorellanza è una parola meravigliosa e il primo significato Treccani è il rapporto di affetto tra sorelle: così mi piace intenderla. Sorellanza è amore. Ha anche un significato che deriva dalla cultura femminista ma mi interessa meno. Sono donna, femmina, bambina e adulta insieme, totalmente dedita al mondo che mi include e molto appassionata in tutto ciò che è condivisione femminile, ma rifiuto di definirmi femminista nel 2016. Le posizioni recenti di alcuni gruppi di femministe su unioni civili e argomenti collaterali mi hanno confermato che faccio molto bene a tenermi lontano dalle definizioni, anche quando culturalmente farebbero comodo. Amore, condivisione nella differenza individuale, solidarietà, reciproco aiuto sono sentimenti e atti, a me interessano quelli (e quelli sono sorellanza): chi mi conosce sa che sono la migliore amica e sodale per le donne, sono l’amante delle donne, e da medico mi occupo principalmente di donne nelle vesti della senologa ma spesso anche in medicina olistica. Sorellanza è amore, amore è la parola da usare perché sottende a ogni altra relazione positiva possibile, e vale per donne e uomini. Sarebbe come soffermarsi a definire lesbica una donna che ama le donne: nel 2016 ancora stiamo a usare termini che sono serviti per aperture importanti ma oggi a tratti diventano una zavorra. La mia essenza ama le donne? Benissimo, dove sta la notizia? Alejandro Jodorowsky ha ragione, nessuno dovrebbe definire se stesso o gli altri, farlo implica categorizzare quindi limitare. Sorellanza è una parola stupenda, lo ripeto, lo è per ciò che indica, ma come tutte le parole la applico alla mia vita solo se libera totalmente da sospetti di categorizzazione e manipolazione. Amore, amore, amore: questo muove le migliori relazioni tra donne, qualunque sia il tipo di amore cui vogliamo pensare.

L'ha vissuta maggiormente nel privato o nella professione?

Nel privato ho vissuto e vivo straordinari rapporti di amore e solidarietà, di condivisione e confidenza con le donne. Non è un mistero che il mio amore per le donne sia vero amore in ogni senso: solo chi – essendo donna – ha vissuto una relazione con una donna ne conosce le sfumature, la profondità, la completezza. Certo non sto alludendo a un paradiso terrestre che ho scoperto e non ha difetti: con la personalità che ho suscito spesso insicurezza, pettegolezzi e molta invidia (chissà poi perché: la genesi dell’invidia è la più incomprensibile, sempre), quindi i rapporti migliori di amore e solidarietà, aiuto e scambio di solito riguardano donne risolte, con pochi spazi di insicurezza, che non si sentano minacciate da alcune mie caratteristiche. Nella professione di scrittore ho pochissime amiche donne, ma quelle che ci sono mi riempiono di orgoglio: con loro scambio amore, confidenza, ironia, e siamo sempre pronte ad aiutarci. L’aiuto in un mondo come la letteratura è fondamentale: solo chi si sostiene a vicenda fa più strada e incontra fatiche inferiori, ma il messaggio ancora fatica a diffondersi salvo conventicole e gruppetti che si leggono tra loro e si pubblicizzano di conseguenza. Nel mondo medico ho sempre trovato solidarietà tra donne: nel rapporto medico paziente dovrebbe essere quasi ovvia, perché si fa il medico se non per genuino amore? E alludo anche alle colleghe: sarà che diventare chirurga ancora oggi non è così frequente e che lavoro in un luogo l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) che è stato migliore di altri nel gratificare le donne avendo come fondatore e unico ispiratore anche oggi Umberto Veronesi (donna ad honorem, così fu dichiarato anni fa da un’associazione molto importante), ma posso dire che in ambito professionale medico il legame tra donne sia buono, forte, vivace e solidale. E’ vero che due anni fa sono stata messa in grave difficoltà proprio da una donna ma cosa vuoi che sia: succede, credo alla prima legge dell’energia e so che capirà presto di avere provocato danno a se stessa, in realtà.

Vorrei una sua ricetta per le donne che leggono: il suggerimento di MariaGiovanna Luini

Siate libere e generose, ma libere e generose sul serio. Non lesinate sull’amore tra noi, qualsiasi forma di amore solidale e aperto. Libertà non è aggressività per rivendicare chissà cosa, con i pugni e le urla si ottiene poco soprattutto oggi. Con la pace si ottiene molto, molto di più. Aprite la testa, aprite i confini che avete messo alle idee, all’amore, ai legami, a ciò che vi aspettate per voi stesse. Aprite il cuore. Libertà non è solo parola: è esempio di vita. Qualcuno dice che la mia vita ormai sembra 8.0 (ottopuntozero) perché applico libertà e amore incondizionato ogni volta che nella mia imperfezione sono capace di farlo (con enormi errori, purtroppo: sbaglio spesso e mi dispiace tanto), ma proprio quella è la libertà ed è difficile, a volte fa paura e terrorizza perché rende instabili e fa caminare senza rete di protezione. Ma amiche, così è la vita: senza rete, con il solo supporto dell’amore per se stesse e della dignità. Vedo donne ancora imprigionate dai sensi di colpa (assurdo) e da legami che non funzionano ma per ragioni misteriose devono preservarsi, donne che hanno paura di vincere nel lavoro e nella vita privata e nemmeno lo sanno: forza, libere! Aiutiamoci, sosteniamoci con generosità. Siamo solidali davvero tra noi, smettiamo di farci guerre assurde per insicurezza. Libere, consapevoli: non serve esser forti, serve amare se stesse come si è e rivendicare il diritto di esprimersi nella serenità della propria essenza.
Ah, e un ultimo suggerimento: leggete, leggete, leggete. Solo i libri e la loro spinta culturale, appassionata e affascinante possono darci la struttura segreta della consapevolezza vera.

Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata