Specchio a figura intera

da | Dic 18, 2017 | Consigli di lettura

di Annalisa Ballarini – Lietocolle ed.

La “figura intera” che si specchia nella parola di questa silloge è – si coglie – l’autrice stessa con la propria storia, ma anche con le storie del “mondo circostante” con le quali Ballarini è entrata in contatto (spesso amptico), con una lunga semina di sensazione che trova in Specchio a figura intera un raccolto di voci immagazzinato nel dire leggero eppure potente di chi sa ascoltarsi senza filtri e senza compromessi.

alcune poesie tratte dal libro

Parolacroce – Crocecorpo

svelata nel tempo antico della nascita,
abita queste stanze mute!

Parolaluce – Luceforma

incontrata all’ombra d’un giorno,
dimmi ancora che non tutto è perduto.

*

Dal tuo sparire discreto emergo
figura in fulgido metallo: la bocca
immota sulla soglia dell’ultima parola,
l’occhio attonito che inchioda
un’eterna presenza.

*

Guardami, questa sono io,
la lamina di bronzo sulla fronte,
– tutto è teso – steso
il filo nel giardino senza vento, fermo
bocca e sopracciglia orizzonti oltre lo specchio.

Guardami, questa è la mia casa
cancellata in ogni cosa sinuosa,
– tutto è spigolo – resta
un misurare di gradi sulla pomice
nel consumarsi dell’ultima carne
fino al tendine – tutto è freddo –
e l’osso. Avanzo di me.

*

Sdoppiata, a me in sorte il desiderare
smisurato, il passo continuo
di un canone perpetuo – fino allo smorzarsi
delle voci per sfinimento –
all’altra – l’altra che sono di cui non so altro
che la pienezza – in sorte l’abbondanza dei frutti
maturati nel mio sole condotto a fatica,
a lei, mio doppio ingrato, ignaro
di me, sua controfigura necessaria.

*

Come sedare la goccia
che Chopin mi impresse sul polso?
Persino l’orologio a pendolo
e questa compulsione di pioggia
non violano il silenzio
quanto la stillachiodo.
Era così bianco il muro
nella stanza della musica

*

È l’ora in cui nell’occhio
più a fondo scava l’abisso,
oltre il nero, fin dove ogni enunciato
si consuma nel rosso acceso.

Il corpo nuovo è senza pelle.

Nasce dalla rugiada o dalle lacrime.

*

È silenziosa quest’ora, nella natura morta
della stanza: solo il ricciolo intarsiato
e il metallo sottile bisbigliano
un segreto di luce. La vecchia svolge i passi
come un filo tra gli oggetti sparsi,
e forse non è chiaro il senso al tardo pomeriggio
che commenta, distratto, da una finestra.