Gabrielle vive in una casa popolare, conduce un’esistenza modesta fatta di molto lavoro e pochi svaghi, cresce da sola una bambina il cui padre se n’è andato quando non era ancora nata. Tuttavia non si lamenta mai, è contenta di quello che ha. Lili, la figlia, è di un’altra pasta. Dotata di un’intelligenza brillante e di una volontà tenace (“Volere è potere” è il suo motto), determinata a staccarsi dall’ambiente modesto da cui proviene, assetata di libertà, fa una prodigiosa carriera scolastica seguita da un’altrettanto prodigiosa carriera lavorativa, fino a diventare un’alta dirigente di una multinazionale a soli trent’anni. Madre e figlia non hanno altra famiglia, la loro vita è un confronto a due. Vivono le stesse cose in parallelo, ma da due punti di vista diversi. Così l’infanzia della bambina, le difficoltà economiche, i momenti di gioia, l’ascesa sociale di Lili e l’invecchiamento di Gabrielle vengono raccontati in una contrapposizione continua di due visioni del mondo contrastanti, ma legate da un amore profondo e indissolubile.