Staminali, continua lo stop alle cure: non ci sono le condizioni per rimuovere il divieto imposto dall’Aifa, 5 settembre 2012

da | Set 10, 2012 | Anno 2012

Staminali, continua lo stop alle cure: non ci sono le condizioni per rimuovere il divieto imposto dall’Aifa
No alla sospensiva dopo il “caso Celeste”, pesa la mancanza di evidenze scientifiche: udienza fissata al 16 gennaio

Deve essere confermato il divieto imposto dall’Agenzia italiana del farmaco alla somministrazione di cure a base di cellule staminali preparate da un fondazione piemontese nell’ambito di terapie presso l’azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia. Lo stabilisce l’ordinanza 414/12 del Tar Lombardia, sezione staccata di Brescia, che respinge la richiesta di sospensiva dei genitori di alcuni bambini interessati dalla terapia: la vicenda della piccola Celeste ha fatto molto discutere nei giorni scorsi. In realtà, spiegano i magistrati amministrativi, non ci sono le condizioni per autorizzare anche temporaneamente le somministrazioni, mentre l’udienza per la trattazione nel merito è fissata al 16 gennaio. In particolare mancano i requisiti indicati dall’articolo 1, comma 4, del decreto ministeriale 5 dicembre 2006 per la somministrazione dei medicinali “incriminati”. Non sussiste ad esempio l’evidenza scientifica richiesta: una sola, stringata pubblicazione su di una rivista edita in Corea risulta di per sé insufficiente. Manca all’appello anche il prescritto parere favorevole da parte del comitato etico (di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 211), con una specifica pronuncia sul rapporto favorevole fra i benefici ipotizzabili e i rischi prevedibili del trattamento proposto, il tutto nelle particolari condizioni dei pazienti. È poi escluso che siano stati comunicati all’Istituto superiore della sanità i dati necessari dopo aver iniziato il primo ciclo di infusioni staminali: non è stato possibile venire a conoscenza del metodo utilizzato per la produzione e l’uso terapeutico di cellule mesenchimali utilizzata dalla fondazione. Va detto poi che gli Spedali Civili dichiarano interrotto qualsiasi rapporto di collaborazione con la onlus: la risposta alle esigenze rappresentate dai pazienti, osservano i giudici, non può allora essere la prosecuzione delle terapie presso il nosocomio bresciano. Sbaglia anche l’Aifa, tuttavia, a contestare la giurisdizione amministrativa, senza peraltro indicare chi sarebbe il magistrato competente a decidere. Fra i ricorrenti c’erano i familiari di tre bimbi in cura: Smeralda, Celeste e Daniele. La prime due però continueranno la terapia grazie a due ordinanze dei tribunali di Catania e Venezia e dunque il divieto varrà soltanto per il terzo. Non resta che attendere l’anno nuovo per la decisione sulla controversia.Dario Ferrara
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