di Isa Maggi – Stati generali delle Donne
La vera sfida per l’attuazione del Pnrr sui territori riguarda innanzitutto la possibilità di mettere a disposizione dei Comuni personale qualificato con competenze adeguate per progettare azioni e semplificare le procedure complesse.
Tra i vari interventi messi in campo, due sono le misure “complementari”:
1) la possibilità di assumere personale per le attività di monitoraggio, rendicontazione e controllo degli interventi Pnrr, circa 15mila contratti potenziali pagati con risorse proprie con l’autorizzazione a imputare tra i costi dei progetti Pnrr, di cui l’amministrazione locale è soggetto attuatore, incarichi come la progettazione e la direzione lavori, da affidare a specialisti a contratto,
2) ulteriori assunzioni per rafforzare le amministrazioni del Sud e i grandi Comuni, chiamate a vario titolo a spendere le risorse Ue.
Sono disponibili fondi per circa 600/700 milioni di euro di risorse proprie per assumere a tempo determinato 15mila unità di personale non dirigenziale di supporto per l’attuazione dei progetti del Piano di ripresa e resilienza, previa certificazione obbligatoria dei Revisori degli Enti Locali sull’assenza di rischi per l'equilibrio dei conti.
Tre quindi le linee messe in campo:
– Dl 152/2021 ,articolo 31-bis, che autorizza una deroga ai vincoli che limitano la capacità di assunzione dei Comuni per ragioni di austerity,
– Dl 52/2021 (legge 87/2021) dispone anche un fondo speciale, a valere sul bilancio del Viminale, che garantirà 30 milioni di euro l’anno, dal 2022 al 2026 (150 milioni di euro in totale), per permettere ai circa 5.532 Comuni italiani sotto i 5.000 abitanti (il 69,99% del totale) di assumere a tempo determinato personale, non dirigenziale, con le professionalità necessarie all’attuazione dei progetti Pnrr in cui sono coinvolti i Piccoli Comuni,
– Dl 80/2021, con le procedure di Reclutamento previste dalla legge 113/2021 che prevede l’affidamento di incarichi ad esperti, che in questi giorni stanno prendendo servizio, su mandato delle Regioni,presso gli Enti locali territoriali che necessitano del loro supporto.
Nei prossimi mesi gli esperti suggeriranno, caso per caso, la strada per superare i “colli di bottiglia” burocratici che rischiano di tenere fermi i progetti targati Pnrr. Per loro sono previsti contratti di consulenza triennale rinnovabili, termine massimo 2026, finanziati con 320 milioni di euro su quattro anni (il 60% Regioni del Centro Nord, il 40% Regioni del Sud).
Inoltre per i 12 Comuni con più di 250mila abitanti (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Verona, e Venezia), ciascuna amministrazione potrà assegnare fino a un massimo di 15 incarichi di consulenza o contratti di collaborazione (180 in tutto) ad esperti qualificati per programmare, semplificare e accelerare l'attuazione dei progetti Pnrr. Gli incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, a disposizione degli uffici di staff dei sindaci dei Comuni interessati, dovranno mantenersi sotto il tetto dei 30mila euro lordi l’anno e non potranno andare oltre il 31 dicembre 2026, data di ultimazione del PNRR.