Thank you Susan Sarandon!

da | Lug 27, 2016 | Filosofando

 

Susan Sarandon ci ha liberati. Da cosa? Dalla schiavitù del nasconderci. Cannes 2016, Festival del cinema: ha fatto il giro del mondo, lei con il suo abito blu dalla scollatura profonda capace di mettere in mostra il suo decolté generoso. Ma non finiva lì: l'abito esponeva senza alcun pudore, infischiandosene dei sessantanove anni, la sua gamba sinistra che da sola ci diceva che la destra non se la passava tanto meglio. Hanno parlato di look esagerato, ma io non la vedo così. Perché ne parlo dopo vari mesi dall'evento?

Siamo nel luglio del 2016, fa caldo, giro per le strade di Milano e come al solito osservo: donne over 60 e 70 con magliette super scollate, sandali con la zeppa e pantaloncini che lasciano scoperte le gambe. Mai visto niente di simile e, non solo fanno mostra di sé gambe di signore dedite alla ginnastica con le cosce toniche seppur con i segni del tempo, assolutamente no!

Ci sono nonne con i nipotini che passeggiano tranquille con le loro cosce avvizzite, le ginocchia pendule tempestate di capillari in affioramento, mani nodose piene di macchie scure con al dito un bel anello colorato e al polso il bracciale della fortuna. Che bello! È segno che la vecchiaia e il decadimento fanno parte di noi e non ci si deve più nascondere. Se non abbiamo voglia di sudare in palestra dobbiamo essere coerenti con noi stesse e non farci un sacco di paturnie con la prova costume. La prova di che?

Viva Susan Sarandon, l'icona della libertà di essere donna, al di la del tempo, delle rughe, della cellulite e della perfezione a tutti i costi.

Maria Giovanna Farina