Piccole gelosie che montano fino a far scricchiolare matrimoni all’apparenza inossidabili, figli che non arrivano e scappatelle in camere d’albergo fatiscenti, e ancora, incontri mancati dopo giornate passate ad attendere mentre il Tamigi esonda e nottate in bianco a orecchiare cosa succede nella stanza accanto quando ci si dovrebbe godere la propria luna di miele. Le storie di Elizabeth Taylor sono così: una continua ed elusiva ricerca di una felicità possibile. Tutti questi racconti ci parlano delle prerogative dell’amore, fra uomini devoti perlopiù al lavoro e donne «infelici ma mai passive», animate da uno spirito che ancora oggi ce le rende vicine e sorelle.
Questa raccolta del meglio delle sue storie curata e tradotta da Paola Moretti ci porta dritti dentro alle mura domestiche e nei segreti dell’alcova, davanti al bancone di pub che hanno visto tempi migliori e nella provincia inglese pettegola e immutabile, facendoci leggere una scrittrice che ha dato voce ai pensieri più sussurrati e ha messo a nudo imbarazzi e slanci di generazioni di uomini e donne.