Verso un corteo femminista a Imola il 13 febbraio per One Billion Rising Revolution 2016
ONE BILLION RISING nasce da un'idea della scrittrice statunitense Eve Ensler (autrice de I monologhi della vagina) a partire dalla sconvolgente statistica dell'ONU che stima che 1 donna su 3 sul pianeta sarà picchiata o stuprata nel corso della vita. Questo significa un miliardo di donne e bambine.
ONE BILLION RISING REVOLUTION è un movimento globale per trasformare il dolore in potere, per affermare che ogni donna ha il diritto di vivere e decidere del proprio corpo e del proprio destino. Iniziata nel 2013 è diventata da subito la più grande manifestazione di massa della storia dell'umanità.
Negli anni scorsi, in 200 nazioni nel mondo, in più di 90 città e paesi in Italia, abbiamo riempito le piazze per danzare il nostro desiderio di autodeterminare le scelte della nostra vita. Un anno dopo, sono ancora troppe le violenze e le discriminazioni sulle donne: per questo, a Imola, la danza non ci basta più.
Vogliamo un CORTEO FEMMINISTA fatto di donne di tutte le età, le origini, le classi sociali, che faccia sentire forte il nostro rifiuto della guerra, dei fondamentalismi e di tutte le violenze e le ingiustizie che ricadono sulla nostra pelle perché siamo donne.
L'appello per il corteo è stato lanciato dalle donne di Trama di Terre, e vi hanno aderito le altre principali realtà di donne imolesi: il coordinamento donne CGIL e SPI-CGIL, l'UDI Imola, Officina di genere, Perledonne e il coordinamento donne ANPI.
I contenuti politici della manifestazione sono stati raccolti in un documento molto articolato e aperto alle adesioni anche su scala nazionale, che si può leggere integralmente a questo link: http://www.tramaditerre.org/tdt/articles/art_6330.html .
In risposta alle violenze di Colonia e a quelle che viviamo tutti i giorni, sentiamo il bisogno di ricostruire un movimento femminista forte, capace di contrastare il sessismo crescente e l'avanzata dei fondamentalismi e dei fascismi:“un nuovo FEMMINISMO MIGRANTE, che sappia tenere conto delle differenze di classe e di status che influenzano profondamente le possibilità di autodeterminazione delle donne”.
Per questo chiediamo:
• politiche di accoglienza che abbiano uno sguardo attento alla violenza maschile che le donne richiedenti asilo vivono nei contesti di origine, durante il viaggio e all'arrivo nei centri di accoglienza;
• politiche reali a tutela dei diritti di autodeterminazione delle donne, che vadano incidere sulle radici profonde della violenza maschile e non la trattino con un approccio emergenziale e securitario, rivittimizzando le donne;
• politiche di welfare che riconoscano il lavoro di cura come un lavoro importante e degnamente retribuito e che incentivino i maschi a farsene carico al pari delle donne;
• il rispetto della laicità dello Stato, e il rifiuto delle ingerenze delle religioni nelle politiche pubbliche.
Agli uomini si chiede l'assunzione della responsabilità politica di riconoscere che la violenza maschile è un problema che appartiene prima di tutto a loro . Per questo la manifestazione sarà di sole donne, mentre ai maschi che condividono in prima persona questa lotta è chiesto di partecipare insieme a noi alla danza finale.
La manifestazione partirà alle 16,30 (concentramento ore 16) da Piazzale Marabini, davanti alla rotonda intitolata alle donne che fecero la Resistenza e culminerà alle 18 in piazza Matteotti, dove si danzerà, ancora una volta, sulle note di Break The Chain.
Per info e ulteriori adesioni: 054228912, 3347311570, info@tramaditerre.org