Travolgente Elly Schlein, la tua personalità (forse) ci salverà!

da | Mag 14, 2023 | Dietro la lente

 

 

 

Il 18 febbraio 2023, poco prima di vincere le elezioni come capo del suo partito, il PD, sul “Corriere della Sera”, Aldo Cazzullo riporta la frase di Elly Schlein che la dice lunga sulla sua caparbia onestà e pulizia in politica:”O il PD cambia o è finita. Io non ho nulla da perdere e per questo vincerò.” E ha vinto le elezioni che la vedono a capo di un partito tanto discusso da parte della sinistra, da gente che non più si sentiva di appartenere fino ad allora alla sinistra italiana. Cosa significano queste parole apparentemente secche e decise? Tutto quello che una persona può dimostrare in politica, “non attaccata solo alla poltrona”, ovvero che non si vende in cambio di un ruolo in cui non crede e che ciò che andrà a fare sarà imporre un cambiamento radicale, per la gente, dettato dal suo senso autenticamente democratico.

Elly Schlein, nata nel 1984, laureata in giurisprudenza a Bologna , giovane ma colta, con già buona esperienza di prassi politica, è ferma e serissima quando incontra la folla di gente che va ad accoglierla, che la riconosce, capace di fare una buona opposizione serrata e senza compiacenza con la Meloni pur mantenendo con lei atteggiamenti adeguati di rispetto, così rari in politica italiana.
Quando si osservano gli scambi di comunicazioni politiche tra lei e la Presidente del Consiglio come con qualsiasi altra carica istituzionale, si notano toni asciutti ma schietti. Elly Schlein è diretta e senza paura, non ha timori riverenziali con il potere già precostituito.

Il suo programma politico è sostanzioso, tanto da scrivere un libro:”La nostra parte. Per la giustizia sociale e ambientale, insieme” edito da Mondadori. In questo testo scritto con passione e dedizione, mai demagogico, senza aver l’ambizione di sedurre il suo pubblico, si capisce che vorrebbe convincerlo in modo onesto lo ripeto, e di affascinarlo per la correttezza e la trasparenza e la sostanza dei temi che propone.

Apparentemente donna serena e di grandi ideali, decisa ma non arrogante, assertiva ma non dura, autorevole ma non autoritaria, propone concetti politici quali la diseguaglianza tra il popolo, la libertà e l’emancipazione, il riscatto femminile e in genere delle persone finora sconfitte dalla povertà, il capo del partito PD pretende la ridistribuzione delle ricchezze del sapere e del potere, e questo non da ultimo, se uno legge il vero messaggio politico di Elly Schlein quello di non servire il sistema clientelare così posto in essere, con ruoli già assegnati di prestigio dorato, non volendo essere serva del potere. Così rifiuta e combatte i paradisi fiscali, per esempio, e si batte per una sanità sempre  pubblica e più accessibile.

Oltre all’equità di genere nel lavoro, Elly Schlein si batte ad ogni livello per l’inclusione sociale, memore ella stessa e portavoce probabilmente del suo passato familiare di emigranti negli Stati Uniti, in cui il suo cognome faceva eco ad un triste momento di accoglienza americana di chi stava chiedendo ospitalità come immigrati. Fa riferimento a questo tema, la vita in Italia degli stranieri come di ogni minoranza. Così l’inclusione paritaria del “secondo sesso”, quello cioè femminile, citando Simone de Beauvoir, eliminando l’idea di patriarcato nella società, ma anche nella famiglia italiana tradizionale, così tanto attaccata a falsi valori di sottomissione alla figura maschile, subordinata a questa in modo remissivo.

Lei è anche stata una europarlamentare. Una delle sue priorità è quella di fornire un’istruzione che sia in grado di dare qualità ai lavoratori, creando non una gerarchia di classi sociali determinate dal sapere grazie al loro censo, ma un sapere vero, autentico e con una corrispettiva formazione, ad ogni grado sociale. Infatti desidera far raggiungere gli italiani ad una consapevolezza del proprio status di cittadino, appropriandosi della propria vita lavorativa, con una scienza critica formata  dall’istruzione e dalla cultura. Crede utile l’ascolto dei bisogni dei cittadini, che dovrebbero essere finalmente protagonisti reali della vita istituzionale in questa maniera attiva e non burattini in mano di altri, creando una coscienza dell’elettorato.

Per finire, non piace alla “capitana della sinistra” una forma di stigma sociale che vorrebbe definire gli italiani come una razza a sé, non già riconoscendo che non esiste altra etnia come  quella umana per intero.

Mi piace infine la sua discreta eleganza, di donna che sembra proprio non interessata al falso valore dell’immagine, vestendo sobrio e colorato. Un tipo di giornalismo o personaggi politici discutibili, la vorrebbero senz’altro attraente ma soprattutto come oggetto di desiderio, e non come soggetto di pensiero fermo, serio e originale.