Oggi 2 settembre alle 18 Margherita Cogo dialoga con Donatella Conzatti e metteremo a fuoco anche i sondaggi con Raffaele Settimio, le “parole della cittadinanza “con Alessia Micoli. Parleremo di diritti con Maria Lippiello e di economia delle imprese, di fiscalità e di semplificazione con Isa Maggi.
Il collegamento su zoom:
ID riunione: 824 2511 0717
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ed anche sul canale youtube degli stati generali delle donne, in diretta streaming qui:
L’intervista di Margherita Cogo
Comitato Scientifico degli Stati Generali delle Donne a
Comitato Scientifico degli Stati Generali delle Donne a
DONATELLA CONZATTI
Senatrice uscente, esponente di Italia Viva, è candidata al Senato nel collegio di Rovereto (Trentino), nella coalizione “Alleanza Democratica per l’Autonomia”, composta da: PD, Alleanza Verdi Sinistra e +Europa con Emma Bonino, Partito socialista italiano, Campobase (un insieme di liste civiche locali) e Italia Viva/Azione.
Il Trentino è ancora una volta laboratorio politico e ciò che non è stato possibile a Roma, nei collegi senatoriali della Provincia di Trento è un dato di fatto, propedeutico alle elezioni provinciali del 2023, dove si cerca il costruire il cosiddetto “campo largo” per riguadagnare il governo provinciale e regionale.
Anche la Valle D’Aosta realizza questa alleanza e ciò è reso possibile, perché il Senato delle due Regioni prevede esclusivamente dei collegi uninominali, senza listino proporzionale e per la Valle D’Aosta anche il collegio della Camera è solo uninominale.
Una bella anomalia che apre una porta che pareva totalmente sbarrata.
La Senatrice ha una formazione da economista, con specializzazione in Diritto Tributario, è partner
di uno Studio di consulenza aziendale.
Dal marzo 2018 a tuttora é Senatrice della Repubblica, Segretaria della Commissione Bilancio e della Commissione d’inchiesta sul femminicidio e qui va sottolineato come abbia lavorato per lo stanziamento di 20 milioni di euro per il contrasto della violenza di genere.
Ha fatto registrare un numero di presenze altissimo: 93,8%, si è molto impegnata anche per la soluzione di molti dossier che riguardano il Trentino, quali ad esempio quelli relativi all’annosa questione della concessione dell’autostrada del Brennero (risolta con la soluzione del partenariato pubblico/privato) e alla proroga delle grandi concessioni idroelettriche.
Ha indubbiamente lavorato molto e bene e le auguriamo di essere rieletta.
Una breve riflessione politica
C’è chi ritiene che destra e sinistra, dopo il crollo del “Muro di Berlino” siano scatole vuote,
c’è chi si definisce né di destra né di sinistra, chi si definisce di sinistra o di destra o di centro o progressista o riformista. Ma tutti subiscono e accettano la logica della globalizzazione e nessun partito sembra preoccuparsi di come i governi non siano in grado di governare il mercato, di come la logica del profitto sia predominante rispetto alle condizioni di lavoro e mi riferisco, in particolare, alle troppe esternalizzazioni, che abbassano i costi di gestione a scapito dei lavoratori, che vengono pagati meno e con diritti “ristretti”. E mi riferisco ai tanti enti pubblici che fanno un uso eccessivo di questo mezzo!
Sahra Wagenknecht, economista ed esponente del comitato nazionale di Die Linke, sostiene (Contro la sinistra neoliberale” ed. Fazi) che:
Sinistra” era un tempo sinonimo di ricerca della giustizia e della sicurezza sociale, di resistenza di rivolta contro la classe medio-alta ed impegno a favore di coloro che non erano nati in una famiglia agiata e dovevano mantenersi con lavori duri e spesso poco stimolanti.
Essere di sinistra voleva dire perseguire l’obiettivo di proteggere queste persone dalla povertà, dall’umiliazione e dallo sfruttamento, dischiudere loro la possibilità di formazione e di ascesa sociale, rendere loro la vita più facile, più organizzata e pianificabile. Chi era di sinistra credeva nella capacità della politica di plasmare la società all’interno di uno Stato nazionale democratico e che questo Stato potesse e dovesse correggere gli esiti del mercato.”
Afferma, inoltre che “i partiti di sinistra, che fossero socialdemocratici, socialisti o, in molti paesi dell’Europa occidentale, comunisti, non rappresentavano le elite, ma i più svantaggiati.”
La Wagenknecht conia il termine di “sinistra alla moda” affermando che “l’immaginario pubblico della sinistra sociale è dominato da una tipologia, quale appunto la “sinistra alla moda”, in quanto chi la sostiene non pone più al centro della politica di sinistra problemi sociali e politiche economiche, bensì domande riguardanti lo stile di vita, le abitudini di consumo e giudizi morali sul comportamento
Oggi le classi più svantaggiate hanno abbandonato la sinistra e sono catturate da forze populiste e conservatrici, che perseguono logiche di mercato e non hanno l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze sociali e di imporre regole che sappiano umanizzare la globalizzazione.