Per il vicario giudiziale Rigon l’invalidità del vincolo si configura per la «dipendenza psicologica» dal genitore che di fatto rappresenta il vero coniuge, mentre la persona sposata è declassata a mero sostituto – 10 marzo 2014
Io, tu e mammà: il “triangolo” non può reggere. Il matrimonio concordatario può ben essere annullato per mammismo, sia pure in casi estremi. È quanto emerge fra le righe della relazione tenuta all’apertura anno giudiziario ecclesiastico ligure tenuta dal vicario giudiziale Paolo Rigon.
La dipendenza psicologica dal genitore, scrive il monsignore, è tra le forme di dipendenza che possono essere prese a esempio per la dichiarazione di nullità del matrimonio celebrato in chiesa. Anche il mammismo, insomma, va messo all’indice. Deve infatti annoverarsi fra le cause di incapacità di assumere gli oneri coniugali quella forma di dipendenza patologica dai propri genitori per la quale per ogni scelta, per ogni mossa è necessaria l’approvazione della mamma (o del padre) del coniuge che di fatto diventa psicologicamente il vero coniuge, mentre la persona sposata diventa sostituto.