Un Babbo Natale sempre più solo

da | Dic 26, 2012 | Filosofando

Le feste natalizie ci coinvolgono perché fanno parte della nostra tradizione, sia che che siamo credenti oppure no. In questa occasione la gioia si contrappone alla malinconia, manifestata a volte con un dichiarato rifiuto per queste feste considerate piene di obblighi. Cerchiamo di capire qualcosa di più prendendo in considerazione alcune possibili motivazioni.

La fine di Babbo Natale. È una motivazione antica che ci riporta all’infanzia quando eravamo spettatori affascinati e innocenti della magia dei doni scoperti al nostro risveglio. Questa è una disillusione che quasi nessuno ha superato nella profondità dell’anima e ogni il Natale è motivo di rimpianto: la nostra infanzia e lo sguardo del Natale con gli occhi di un bambino non esistono più. Chi fa l’albero e gli addobbi con entusiasmo rimette in scena la gioia infantile con la speranza di ri-trovarla, ma soffre se spera di rivivere il passato.

Più gli anni passano e più mancano all’appello parenti e amici con cui si condivideva la festa. Questo importante aspetto rende la festa mancante e ci rende consapevoli della fugacità della vita.

In generale possiamo dire che le feste natalizie ci rendono tristi perché la realtà è troppo diversa dell’immaginazione. Una considerazione antica che fece Platone sottolineando come ci sia un abisso tra le idee che abbiamo nella mente e la realtà. Tutti abbiamo nella mente un’idea del Natale legata allo stereotipo del Natale festa meravigliosa dove tutto è perfetto, ma la realtà anche se di poco è sempre diversa e ciò disillude. Suggerimento: per godere delle feste è preferibile apprezzare ciò che abbiamo smettendo di sognare ciò che non abbiamo più. In ultima analisi non più Natale della pubblicità ma Natale della realtà che è fatto anche dello sfatare la convinzione che in quei giorni si debba, e si possa, essere buoni a tutti i costi. L’essere buoni a tutti i costi ci rende meno veri.

Maria Giovanna Farina