Da quando le donne hanno ribadito il loro diritto a partecipare sempre e ovunque, con pieni diritti e totale parità, alla vita politica e sociale del Paese, le campagne elettorali di tutti i partiti, si sono riempite di slogan e promesse rivolte al mondo femminile, quasi mai mantenute; neanche quando si è dovuto ricorrere a meccanismi che garantissero la loro presenza come l’applicazione di azioni positive, di quote rosa, di percentuale di rappresentanza.
Vero che nel governo Berlusconi è aumentato il numero delle donne negli organismi rappresentativi, specie in Parlamento, ma il modo con cui sì è fatto questo tipo di selezione è fuori dalla consuetudine del merito e, anche se non si può fare di tutta l’erba un fascio, questo dato non
ha premiato.
Ed è stata proprio l’anomalia di questo governo e del suo metodo di usare, trattare e considerare le donne che lo ha messo in difficoltà con l’elettorato femminile. Un voto di protesta? Che ha unito donne di diverse idee, politiche o religiose? Non solo, ma certo un voto che va considerato anche in quest’ottica.
I candidati hanno fatto delle promesse alle elettrici ed esse li hanno sostenuti. E’ arrivato dunque il momento del rendiconto. Donne vice sindaco? Giunta al 50% rosa?
Alcuni hanno già mantenuto le promesse ed altri fatto proposte valide, come il sindaco di Bologna, che ha portato con sé una donna di grande valore come Silvia Giannini, studi a Cambridge, ordinario di scienza delle Finanze all’università di Bologna, collaboratrice del ministro delle Finanze ai tempi di Vincenzo Visco alla quale verrà affidata la delega al bilancio e forse vice sindaco.
A Torino, il sindaco Piero Fassino ha quasi mantenuto la promessa di avere una giunta al 50% rosa, avendo messo cinque donne su undici assessori. A Napoli si parla di Paola De Vivo, professore di Sociologia Economica all’Università Federico II, mentre a Milano, potrebbe anche esserci come vice sindaco una donna (si fa il nome di Marilena Adamo, senatrice del Pd e veterana di Palazzo Marino); donne di merito e di esperienza. Cogliere solo l’aspetto di genere di queste nomine, quando e se saranno confermate, sarebbe riduttivo.
La verità è che i voti espressi dall’elettorato femminile hanno dato delle indicazioni precise ai politici: un nuovo modo di rappresentare i bisogni dei cittadini, una maggiore autorevolezza politica, un’immagine di serietà e responsabilità. I candidati che hanno vinto, nella maggioranza, sono rappresentanti dell’opposizione al sistema politico che ha mal governato le città. Non aver capito che dopo aver toccato il fondo è necessario, per non morire, risalire in superfici e respirare aria pulita ha portato a questi risultati ma non basta. È necessario che ora seguano le buone prassi, da parte di tutti, anche delle donne, che non possono essere riconosciute in base al sesso o vivere di rendita di genere.
Questo è stato chiesto e a questo sarà necessario dare delle risposte concrete.
Dols maggio 2011