Una candidata competente

da | Feb 12, 2018 | Interviste/Video

Annamaria Barbato Ricci, intervistata da Marta Ajò

 

Ho conosciuto Annamaria Barbato Ricci per motivi professionali ma, ancora di più, ho avuto il piacere di condividere con lei alcuni progetti molto importanti, lavorando insieme alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sapere che oggi è candidata al Senato mi rallegra.
Perché mai come ora nel nostro Paese c’è bisogno di persone competenti, professionalmente sperimentate e generose nel rapportarsi con impegno nei luoghi della società.
Si può condividere o no la lista in cui alcuni si candidano a questa tornata elettorale, ma a volte la scelta più che sul simbolo è utile indirizzarla su chi potrà rappresentare le nostre istanze.
Sempre coerente nel suo impegno, sempre presente ed attiva, infaticabile, Annamaria Barbato Ricci è una di quelle persone.

1 -Donna di sinistra, sempre vicina alla politica del diritto e del garantismo, si candida con la lista ‘+ Europa’. A te chiediamo il perché di questa scelta.
Perché basta. Basta stare a guardare lo scempio fatto contro la politica con la P maiuscola, disamorando i cittadini alle urne, costringendoli ad assistere al teatrino degli inquisiti, degli indagati oppure di coloro che si rinchiudono in una monade, incuranti di ciò che serve davvero ai cittadini, immersi nei propri risiko personalistici.
Bisogna intervenire in prima persona, sporcarsi le mani. Perché se non ci mettiamo la faccia e il cuore, se siamo timidi e pavidi, ci meritiamo di essere in balia dei corrotti, dei corruttori, degli indegni.
Quando mi scoro davvero dinanzi al fiume di notizie pessime, mi basta rileggere il famoso discorso di Pericle agli Ateniesi, quasi 2.500 anni fa, e mi sento ‘ricaricata’, sognando che siano quelle le regole universali del buon governo.
Lo rilancio, perché un piccolo ripasso lo ritengo utile, soprattutto a me stessa:
“Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
[…]Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.”
Non credo che ci sia da aggiungersi molto d’altro.

2 – Impegnata anche sul tema della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, candidata in Campania, una regione che negli ultimi tempi ha dovuto affrontare episodi di violenza minorile, come pensi che la politica possa intervenire per dare un’opportunità di riscatto a questi giovani?
Non la repressione, chiudendo la stalla ai buoi quando sono ormai scappati, ma privilegiando politiche preventive, che inquadrino i nodi principali del problema: innanzitutto la dissoluzione del senso civico delle famiglie, l’egoismo sociale. Sta facendo grandi cose in merito l’assessore regionale della Campania alle Politiche giovanili, Serena Angioli; lei è un esempio di competenza e creatività e ha ridato ossigeno ad un settore finora vittima di iniziative asfittiche e senza efficacia. Ora è tutta un’altra musica. Le politiche, però, dispiegano la loro efficacia nel tempo. La bacchetta magica ce l’aveva solo la fata madrina di Cenerentola. E le migliori politiche in campo cozzano, talvolta, contro la carenza di spirito di squadra ed egocentrismi che ne rallentano l’efficace dispiegarsi. Il tempo, però, è galantuomo e anche la scuola si sta allineando verso iniziative utili alla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo. Quanto alle baby gang, purtroppo, il cancro è familiare. Occorrerebbe a monte trovare delle formule che ne riprogrammino le cellule.
Odio i tuttologi. Messa alla prova, mi avvarrò di studio e di studiosi, nonché di case history di successo in Italia e all’estero per trovare soluzioni efficaci.

3 – Molto impegnata sulla questione delle “pari opportunità” di genere, sapendo quanto conti il sostegno delle istituzioni per portare avanti progetti in questo ambito sia a livello nazionale sia europeo, come sarà possibile impegnarsi su questo fronte?
Le pari opportunità di facciata finora perseguite hanno trovato un’unica eccezione di politiche attive ,con l’approvazione e l’applicazione della legge Mosca – Golfo per il riequilibrio di genere nei CdA delle imprese. Assolutamente non basta. E’ una battaglia per una nicchia di donne di valore e culturalmente elevate.
Seppellita la Commissione per le Pari Opportunità, che pur aveva fatto bene, soprattutto fino alla Presidenza Costa; in catalessi le Ministre, spesso esse stesse disinteressate a questa delega, caduta loro dal cielo e non certo destinata ad esse per competenza personale, delle bravissime Capo Dipartimento hanno affrontato il contingente. Non sono, però, loro le titolari del potere politico e di indirizzo, ovvero non hanno il compito di disegnare le azioni del Governo. Mi auguro che il prossimo esecutivo comprenda quanto sia fondamentale questo tema per la civiltà del Paese e il potere legislativo emani norme meno all’acqua di rose su femminicidio, stalking, tutela delle donne nella carriera non apicale e nella vita quotidiana.
Se c’è da scendere in trincea, stai pur certa, Marta, che io ci sarò.

4 – Le donne chiedono una maggiore rappresentanza e votano donna. Che significa non solo votare il genere ma anche e soprattutto votare meriti e competenze.
Dalle/i nuove/i elette/i ci si attendono delle risposte. In particolare, come potrà essere possibile non deludere l’elettorato delle donne?
Il tuo mi pare più un auspicio che una realtà, ahinoi.
Certo, le nuove norme sull’alternanza delle candidature uomo/donna ci danno una chance in più e io sono una loro ‘miracolata’, non lo nascondo.
Chi avrebbe pensato al mio curriculum se il quartetto dei candidati fosse stato legale anche se composto da soli uomini?
Certo, l’influenza di Emma Bonino, esempio anche internazionale di paladina delle donne, forse, nel mio partito avrebbe mitigato questa tendenza.
Ma te lo ricordi il recente episodio della giornalista canadese Megan Williams, che ha abbandonato la conferenza stampa di LeU, perché al tavolo c’erano solo uomini? Credi che questo sia un caso isolato?
Per non deludere l’elettorato delle donne, comunque, c’è un’unica via: ascoltarle e promuovere le politiche attive che davvero vadano a loro favore.
La vita mi ha insegnato che non esistono formule precostituite; che i territori si differenziano; che le persone vogliono essere ascoltate, altrimenti s’incancreniscono in un ‘haterismo’ (vedi che invento pure le nuove parole?) sterile che attrae le persone verso le soluzioni più paradossali e semplicistiche.
Un aspirante premier apprendista stregone che lancia formule empiriche come un mitragliatore, ha, con una faccia tosta da Guinness dei primati, contrabbandato come panacea a tutti i mali il cosiddetto reddito di cittadinanza.
Ti ricordi, Marta, quando andammo in Albania e vedemmo tutti quegli uomini inoperosi davanti ai bar, reduci del regime di Hoxha, che concedeva un qualcosa di simile al reddito di cittadinanza, rendendo inutile e poco attraente il lavorare?
C’è di più: il suddetto aspirante premier ha proclamato che avrebbe recuperato le risorse finanziarie necessarie a reggere gli esborsi per il reddito di cittadinanza generalizzato, chiudendo migliaia di enti a suo dire inutili – senza avere contezza della complessità del funzionamento di una macchina statale -.
Quando gli è stato obiettato che, agendo così, avrebbe buttato per strada migliaia di persone, ha immediatamente gettato a terra il suo asso nella manica: dare anche a costoro il reddito di cittadinanza! Forse per carità cristiana non gli è stato fatto notare che il bilancio statale non è il gioco del Monopoli…

5 – Quali sono le altre questioni prioritarie da affrontare nei tuoi collegi?
Tre collegi, ognuno con le sue specificità e i suoi nodi, equivalenti all’intera Campania. Le dodici fatiche di Ercole, al confronto, erano una passeggiata di salute!
Tu, d’altronde, sai che specie di pedante pignola io sia, che detesta dare i numeri al lotto. La mia candidatura è ‘scoppiata’ all’improvviso e, dunque, vorrei meglio documentarmi.
Ho già preso contatti con una serie di centri antiviolenza e mi sono mossa sui temi della cultura, che sono quelli riguardo ai quali sono più ferrata.
Ho lanciato appelli a stakeholder locali, per appurare quali sono i problemi più purulenti delle loro aree, visto quant’è grande questa regione.
Fammi questa domanda il primo marzo, per favore: per allora sarò in grado di disegnare una lista più concreta e centrata d’interventi, provincia per provincia. Non vendo fumo e voglio dare spazio alle voci locali. I programmi buoni per tutte le stagioni, secondo me, squalificano la candidata. E io ci tengo troppo alla mia reputazione e al mio onore per dare quelle risposte sibilline che servono solo a dare l’impressione di essere in presenza di Wonderwoman. Vorrei, piuttosto, essere considerata ‘solvingwoman’. Ti ricordi che Silvia Costa mi chiamava ‘detto/fatto’?

CHI E’:
Annamaria Barbato Ricci, nata a Nocera Inferiore 61 anni fa, comunicatrice, scrittrice, giornalista e avvocato rappresenterà l’Agro nella lista +Europa con Emma Bonino, per il collegio plurinominale Campania 3 del Senato.
Da sempre impegnata sui temi dei diritti umani, delle pari opportunità e della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, è in trincea, sin dai tempi del Liceo per Italia Nostra presieduta dall’ingegner Martinez y Cabrera, sui temi dello sviluppo della sua terra natale, attraverso la propulsione dei beni culturali di cui è ricca, del turismo e dell’occupazione.
Attualmente si sta occupando della valorizzazione del Progetto Nuceria, che sarà ospitato nell’ambito della grande kermesse Tourisma, in programma a Firenze dal 16 al 18 febbraio prossimi.
Nel suo curriculum, i ruoli di capo ufficio stampa del Formez, della Commissione Nazionale per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di portavoce del viceministro ai Trasporti; Annamaria Barbato Ricci ha inoltre svolto consulenze presso organismi delle Nazioni Unite quali l’UNICEF e l’UNIDO e presso grandi Fondazioni come la Compagnia di San Paolo e la Venice International University.
“Sono nata in una famiglia dove la politica è sempre stata intesa come servizio per la comunità – afferma – e come terreno di rettitudine e di solidarietà.
Anche dalle retrovie dei miei incarichi istituzionali e contemporaneamente a essi, ho sempre cercato di promuovere il mio territorio, consapevole che è davvero uno scrigno di tesori e di talenti; è un luogo di grandi potenzialità per l’occupazione delle giovani generazioni rappresentandone la grande occasione di riscatto e di promozione.
La posizione strategica dell’Agro, quale cerniera fra i due grandi attrattori turistici di Pompei e Paestum, è stata finora sottovalutata. Darle slancio potrebbe significare tanto nuovo lavoro per tutti e un volano economico superiore all’immaginabile.
Ritengo che +Europa con Emma Bonino sia la forza politica che più di ogni altra sia sensibile alle politiche europee di valorizzazione dei territori e che sia in sintonia sulle mie personali sensibilità sui diritti umani, in particolare quelli al femminile: è stata questa sintonia su temi che ritengo prioritari che mi ha spinto ad accettare la candidatura, proponendomi di servirla con lealtà e onore.”