Una visione pragmatica per disinnestare la violenza diffusa: quos-la qualità olistica dello sviluppo

da | Ott 20, 2019 | L'opinione

di Fabrizia Paloscia, imprenditrice e saggista

Se si è scollegati dal tutto ci si sente inattivi, inutili, tristi, non si crea e di conseguenza si cade in depressione perché la natura umana è creativa. Per stare bene bisogna creare e più saranno utili le creazioni, più questa utilità farà percepire il senso della vita, la collaborazione, la cooperazione, il rispetto, la solidarietà. Ed è proprio qui, dove e quando si avviano catene virtuose, positive perché creative, che si può cogliere la ricchezza di una strategia che guarda alla qualità olistica dello sviluppo. Cioè sono molti gli aspetti che vanno messi in coerenza con i bisogni dell’Umanità e del Pianeta e sono in continua trasformazione. Si tratta di includere tutte le attenzioni su donna-uomo-bambino, l’ambiente naturale, gli animali, le piante e molto altro in un’ottica multidimensionale.

Dal terribile fenomeno del femminicidio, che può diventare fonte di rinascita, così come l’Autrice propone con gli Irrs (Interventi Rapidi di Responsabilità Sociale) di Olomanager, che si tengono nelle imprese pubbliche e private dal 2012, si vuole continuare ad affermare l’urgenza di una qualità olistica dello sviluppo a cui si deve tendere per non ritrovarsi a crescere, ma anche a decrescere, senza risolvere quanto opprime da troppo tempo la condizione dell’Umanità-Pianeta. Cioè i problemi reali e concreti che ancora vengono elencati come punti di cui tutti si dovrebbero occupare e prodigare per risolverli.
Ma si continua ad agire in modo emergenziale, tentando ancora troppo poco di creare uno sviluppo che incardini in modo giusto, corretto e socialmente responsabile gli ambiti in cui crescere risolvendo squilibri. Si pensi come la povertà grave e quella a rischio di 17 milioni di persone, l’accesso all’acqua ancora parziale in molte zone del Sud così come l’accesso ai trasporti e il permanere della violenza nei confronti delle donne in tutto il Paese, tenga l’Italia lontana dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030.

Ma per cominciare a ricostruire il Pianeta-paese, con una Umanità-cittadinanza che coopera e collabora, serve un salto culturale profondo. Allora si può ripartire notando che tra gli effetti dello scollamento, che si ritrovano puntuali nel vivere quotidiano, vi è quella mistura anestetizzante capace di affossare il fare creativo. E questa si è determinata a partire da ogni essere umano. Distaccati dall’essenza più vitale e, quindi, allontanati dalla natura, si è disconnessa la possibilità di assorbire le regole più sacre che sono state stravolte. Questo è il grande corto circuito che si è determinato e che fa saltare logica e raziocinio, biologia e sopravvivenza, buon senso e umanità, intuizione e creazione, innovazione e progresso inclusivo, giusto e armonioso. Vi è una grande urgenza di approfondire la conoscenza fra esseri umani, perché se questo non avviene in ogni luogo e tempo, non potrà ripartire la costruzione equilibrata di tutte le collettività, le comunità, le città, i paesi. L’assenza di ascolto profondo e attento, la fretta di risultati solo quantitativi e non qualitativi hanno creato, insieme a molte altre assenze, il mancato sviluppo dell’essere umano come essere capace di soluzioni, e non solo regolatore, pianificatore, operatore, consumatore, elettore e… malato.

Quindi la qualità olistica dello sviluppo-quos porge attenzione alle dimensioni intangibili come quelle relazionali, psichiche, energetiche, sensoriali, percettive, spirituali. Che, insieme a quelle materiali, determinano gli strumenti per la comprensione della cittadinanza planetaria. Nella natura umana albergano molteplici nature e tutte vanno tenute presenti e, nell’attenzione al processo di individuazione di queste, sta la crescita dell’individuo, della collettività e della società che le include.

Nel libro Una vita non violenta, innovare con coerenza, che sarà presentato a Roma il 6 dicembre alla sala della Stampa Estera, viene minuziosamente dettagliata la quos-qualità olistica dello sviluppo per una Agenda Planetaria che finalmente abbracci in modo olistico i bisogni dell’Umanità e del Pianeta e accompagni donne e uomini uniti sulla tomba del patriarca.

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