Questo è un libro da leggere senza prendere fiato, tutto in una volta! Il maestro di psicoanalisi milanese e italiano tout court, Massimo Recalcati, in questo libro riprende una tematica molto in voga tra gli psicoanalisti classici come Freud e Lacan, ma anche come Bruno Bettelheim, che riprendono il complesso dei fratellini.
Chi di noi non ha un fratello o ha vissuto la fratellanza con disagio o almeno con rivalità? Massimo Recalcati fonda a livello di principio universale questa esperienza come di chi, nel mondo, fa ogni esperienza con qualcuno, come se accompagnarsi ad un fratello o ad una sorella fosse l’esistenza stessa, il senso più importante.
Ma chi abbiamo conosciuto come il nostro più autorevole “Altro” fin dalla nostra nascita? La nostra madre. Perché citare questa figura così amorevole ma tanto criticata dal mondo clinico? Perché ne siamo stati agganciati, avvinghiati tanto da formare una perfetta simbiosi, un “Uno”, mortale e mortifero, da cui separarsi significava perdere il suo amore esclusivo
Come fare “Due”? Il libro dice che si può, ovvero nella collaborazione e l’ammirazione autentiche si possono trovare, complice un complesso di castrazione simbolica di cui è artefice chi fa da funzione paterna nel superamento edipico. Il maestro cita Simone de Beauvoir con il racconto di “Memorie di una ragazza perbene” e l’”Arminuta” scritto da Donatella Di Pietrantonio, anche qui le due sorelle si mostrano aiuto reciproco e non sudditanza o invidia.
Ritorno un passo indietro. A me ha fatto riflettere l’esempio di Esaù e Giacobbe, ma anche di Gesù che “porgendo l’altra guancia” sancisce la rinuncia a “possedere” l’Altro, a non sapere come fino in fondo gestirlo e con lui la sua vita, forse un mistero, probabilmente questo è per il rispetto cristiano per l’Altro in assoluto.
Esaù e Giacobbe sono fratelli gemelli, ma per un’eredità paterna contesa diventano nemici. Ah! E’ proprio così! Quanti fratelli e sorelle si possono identificare con una brutta deriva del loro legame di fratellanza? Il complesso di intrusione e di esclusione diventano i cardini di studio di questo legame, per cui cita fra tutti spesso il complesso di Caino.
Tuttavia, secondo Recalcati, il giusto sentimento è provare una dimensione non tanto di reciprocità, perché è nella differenza soggettiva e non tanto biologica, che il nostro consanguineo ci sfida, ma è nella rinuncia a specchiarsi in un narcisismo che ci fa ritrovare mai adeguati, indefinibile per sempre, che porta alla lotta fratricida.
Il testo è denso di casi clinici. Fra tutti emerge il concetto che i pazienti come nella coazione a ripetere riedificano la loro esistenza, riproponendo il legame di dolore ma anche di gelosia con un fratello.
Questo libretto è prezioso per chi vuole scoprire come andare d’accordo con i propri fratelli o sorelle, ma anche per chi vorrebbe creare un legame sociale di vera condivisione e rispetto con gli altri, nell’ottica di uguaglianza, fratellanza e libertà (sì, sì, proprio i sostantivi emersi nella rivoluzione francese!), che si crea in modo armonioso e democratico a livello societario.


